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 2018  giugno 22 Venerdì calendario

Takagi & Ketra, i nuovi re dei tormentoni estivi

«Roma-Bangkok», «Vorrei ma non posto», «L’esercito dei selfie»... Il dominio latino sulla musica estiva da qualche anno non è più incontrastato. Dietro la riscossa del tormentone all’italiana c’è una coppia di produttori: Takagi & Ketra, ovvero Alessandro Merli, ex Gemelli DiVersi) e Fabio Clemente dei Boomdabash. Sono loro ad aver creato basi e suoni per quelle hit.
Quest’estate ci riprovano. Tre dei cinque brani più trasmessi dalle radio nell’ultima settimana hanno i loro suoni: sono loro i produttori di «Non ti dico no» dei Boomdabash con Loredana Bertè (numero 2 dietro Luca Carboni), lo stesso hanno fatto con «Italiana», capitolo finale della collaborazione fra J-Ax e Fedez, e pubblicano a loro nome (come l’anno scorso con «L’esercito dei selfie») «Amore Capoeira» con le voci di Giusy Ferreri e Sean Kingston. Le ultime due sono anche nella top 10 di Spotify. «Non vediamo alcuna sfida interna fra i nostri pezzi perché abbiamo cercato di essere originali e non ripetere quello che abbiamo già fatto in passato», commentano.
Anche in Italia produttori e beatmaker, vedi Guetta o Calvin Harris sulla scena internazionale, diventano star e firmano le canzoni in prima persona. «Succedeva anche negli anni Settanta con i fratelli La Bionda e Giorgio Moroder. Non è però un passaggio da dietro a davanti. Non vogliamo una carriera da artisti. Le nostre canzoni nascono dal divertimento più che dal calcolo a tavolino: stiamo 11 mesi chiusi in studio e teniamo qualche pezzo per poter uscire dalla stanza e andare in giro almeno 1 mese…», dice Takagi. «Non ci mettiamo mai nei video, se non con dei cameo, non siamo frontman. Deve vincere la musica», aggiunge Ketra.
In quello di «Amore capoeira», uscito mercoledì e finito nei trend di YouTube, li si intravede nelle prime sequenze mentre giocano a calcio con dei bimbi nella favela di Tavares Bastos a Rio. Da lì arriva il baile funk, ritmo che scatena le tre ballerine protagoniste. «Volevamo qualcosa di diverso dal reggaeton. Questo è un suono più crudo e street».
Alessandro e Fabio hanno iniziato a lavorare assieme nel 2012. E subito hanno fatto centro. «Ci siamo conosciuti per caso durante un evento radiofonico in cui eravamo ospiti con i rispettivi gruppi. Ci siamo detti che sarebbe stato bello fare qualcosa assieme e la prima cosa è stata “Nu juorno buono” per Rocco Hunt che ha vinto Sanremo giovani». Hanno fiuto. E passano le giornate ad ascoltare musica su Spotify. «Amo fare digging, scavare. Da ragazzino lavoravo in un negozio di dischi. Oggi con lo streaming è ancora più facile», dice Takagi. Il nome d’arte è «l’evoluzione di THG, il nome che avevo nei Gemelli DiVersi, e già allora qualcuno mi chiamava così», quello di Fabio da quando faceva «graffiti, ero negato, e quelle erano le uniche lettere che sapevo fare».
Con «Roma-Bangkok» avevano portato il reggaeton nel pop italiano (e qualcuno li avrà anche maldetti per questo). «Eravamo alla ricerca di un pezzo estivo per chiudere il disco di Claudia-Baby K. Su SoundCloud avevamo scoperto Diplo, la Giamaica. Con Federica Abbate è venuta l’idea melodica. Però all’inizio il testo era Roma New York. L’idea di Bangkok è venuta a Takagi». Che aggiunge: «Nell’immaginario delle canzoni è meno sfruttata di New York. E poi faceva una rima migliore e rimandava alle origini di Baby K che è nata a Singapore».
Il featuring che sognano profuma di vintage. «Celentano e Mina e poi smettiamo». Il loro tormentone estivo di sempre? «”Boys” di Sabrina Salerno – ricorda Takagi – ma temo che abbia fatto molto il video». E il compagno: «“Lemon Tree” dei Fools Garden, con quel levarino pizzicato che mi ha mandato fuori di testa: ogni volta che lo sento mi viene in mente l’estate». Per destagionalizzare la loro produzione potrebbero andare al Festival di Sanremo in gara... «Non credo che sia il modo giusto di presentare i nostri pezzi quasi sempre “fuori dalle righe”. Magari in giuria potrebbe essere divertente».