Il Sole 24 Ore, 22 giugno 2018
Solo un avvocato su sei è soddisfatto del suo lavoro
L’avvocato perde appeal tra i giovani. Ne è una riprova, racconta il presidente di Cassa forense Nunzio Luciano, che in alcune zone d’Italia diventa difficile trovare praticanti.
Dall’indagine sulla categoria di Censis-Cassa forense presentata ieri durante il convegno dell’ente di previdenza emerge un quadro della professione dove i redditi tengono – rispetto all’anno precedente -, gli iscritti crescono di un migliaio di unità e cresce la componente femminile, ma gli studenti calano.
Guardando lo stato di salute della categoria ci sono alcuni dati che spiccano: gli avvocati italiani sono più grandi – l’età media passata dai 42 anni nel 2002 ai 45 anni di oggi – e hanno quasi raggiunto la parità di genere, almeno sul piano della composizione degli iscritti (molto meno sui redditi), la percentuale femminile è infatti pari al 47,8 per cento.
Sui guadagni le differenze sono enormi, il reddito medio è di 38.437 euro ma le oscillazioni sono notevoli. Mediamente le donne guadagnano il 44% in meno dei colleghi uomini, pari in termini assoluti a circa 30mila euro. Un aumento sostanziale delle entrate professionali si registra intorno ai 45 anni, quando si passa dai 29mila ai 41mila euro l’anno, anche se la crescita più consistente c’è solo per gli over 70.
L’indagine del Censis fotografa anche “lo stato d’animo” della categoria: il 70% di chi ha scelto questa professione si aspettava “qualcosa di più”. Ma non basta. Sull’attuale condizione della categoria solo il 13,1% degli intervistati dà un giudizio positivo. Il presente è “complicato”, però qualcuno ha buone aspettative se guarda al futuro: per il 29,3% del campione (era il 36,8% nel 2015) nel prossimo biennio la situazione migliorerà; più ottimiste le donne (31,2%) rispetto agli uomini (27,8%) e gli under 40 (45,7%) rispetto agli over 50 (14,9%).
Da segnalare, infine, una “apertura” verso il socio di capitale: il 36,5% degli avvocati è certo che condizionerebbe l’attività per fini propri, mentre il 25,1% è convinto che aumenterebbe le opportunità per i soci professionisti. Riferendosi alle società tra avvocati, Luigi Pausini dell’Anf ha sottolineato che «l’avvocatura deve difendere la giurisdizione, però non deve rinunciare ad opportunità che possono migliorare l’organizzazione del lavoro e la qualità delle prestazioni, favorendo soprattutto le giovani generazioni».
Al Convegno si è anche parlato di economia reale e della necessità, per il Paese, di attrarre anche i capitali delle Casse di previdenza. In merito iil presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha presentato un progetto per il Sud – “alternativo al reddito di cittadinanza” – a cui sta lavorando: «vorrei recuperare i finanziamenti europei non utilizzati nel Meridione, circa 11 miliardi, i fondi del piano Junker, ottenere altri fondi da banche, Casse di previdenza, Cassa depositi e prestiti e fondi pensione per arrivare a una cifra complessiva di 20 miliardi da investire in grandi infrastrutture interregionali, penso alle strade, all’alta velocità, al digitale e ai porti. Ora – racconta Tajani – molti imprenditori del Sud si vedono costretti ad appoggiarsi al porto di Atene, oramai privatizzato e gestito dai cinesi». Questi investimenti secondo Tajani potrebbero rivelarsi una leva importante per rilanciare la parte d’Italia che stenta a crescere.