il Fatto Quotidiano, 21 giugno 2018
«Celestino VI come Francesco: un Papa odiato per le riforme». Intervista allo scrittore Glenn Cooper
Un papa progressista e riformatore se non rivoluzionario, odiato dalla destra clericale e tradizionalista. Realtà e romanzo.
Da un lato papa Francesco, dall’altro Celestino VI, pontefice regnante nell’ultimo magistrale teo-thriller di Glenn Cooper, nella serie che ruota attorno a Cal Donovan, il professore di Harvard bello e libertino e considerato di casa nel Vaticano delle riforme. La trama si basa su un’intuizione geniale: tre quindicenni di nome Maria che in tre posti diversi del mondo – Filippine, Perù, Irlanda – sono rimaste incinte. Tre vergini, folgorate da un’improvvisa luce e da una voce: “Sei stata scelta”. Le tre Marie vengono poi rapite da una banda clericale che le usa per uno scisma nella Chiesa cattolica. E toccherà a Donovan indagare: miracolo o complotto?
Mister Cooper, come l’è venuta questa idea?
È stata l’evoluzione dei libri precedenti con Donovan protagonista. Certo, questa è più insolita ma già avevo scritto di un prete con le stigmate (Il segno della croce, ndr).
La gente crede nei miracoli, meglio ci vuole credere.
Sono stati una scoperta anche per me i miracoli. Nel corso delle ricerche per questo libro mi sono imbattuto in un dato: il 90 per cento dei cristiani, non solo i cattolici, crede nei miracoli. Per loro è un vero culto, sono convinti che il divino influenzi la vita.
Non ha mai pensato di offendere i sentimenti dei credenti?
Ci penso sempre da quando ho cominciato la serie di Donovan, ma non ho mai ricevuto email di persone che si sentono offese e protestano. Chi legge capisce che il mio obiettivo è esplorare, non altro.
Lei crede?
Non glielo dico. Su questo non voglio rivelare nulla, me lo tengo per me.
Celestino VI è assediato dalla destra tradizionalista proprio come Francesco.
Celestino ricorda molto Francesco. Diciamo che è lui. Però lei introduce una scena inquietante: piazza San Pietro vuota all’udienza del mercoledì perché c’è stato uno scisma nel nome delle Tre Vergini.
Invece sarà difficile far fuori Francesco, vedo improbabile una vittoria dei suoi avversari. Per fare uno scisma ci vorrebbe un evento eclatante come le Tre Vergini. E Francesco morirà da papa, non si dimetterà come Ratzinger.
Eppure è quello che vogliono i tradizionalisti: dimissioni oppure scisma. Nel libro c’è il cardinale americano George Pole che diventa l’antipapa della Nuova Chiesa Cattolica. Sembra Raymond Leo Burke, il cardinale che guida la destra farisea contro Bergoglio.
So chi è Burke e Pole è proprio lui.
Ah! Nella cospirazione scismatica contro Celestino VI, finanziata da un miliardario, c’è anche il presidente degli Stati Uniti. Il populismo è spesso fondamentalista, da Trump all’ungherese Orban.
Accade quando la religione diventa uno strumento per la politica. C’è anche l’integralismo islamico, non solo cristiano, a dimostrarlo.
Nel suo romanzo il presidente si chiama Griffith. A mio parere, assomiglia però più a Bush junior che a Trump.
Griffith e Bush sono più intelligenti di Trump. Chiunque incontro è più intelligente di Trump. È così stupido, Trump, che se uno scrittore avesse inventato un personaggio come lui non avrebbe mai pubblicato.
Trump ha vari imitatori, compreso Matteo Salvini. Lo conosce?
Certo. He’s the young Trump. Il giovane Trump.
E Di Maio?
(Cooper ride). Mi ricorda Kushner, il genero di Trump.
Torniamo a Dio, meglio alle Tre Vergini. Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, ha scritto che le Tre Marie sono il nome di un famoso panettone. Una sottile stroncatura.
(Altra risata). È la stessa risposta che mi ha dato l’editore italiano. Volevo rendere il titolo originale, The Three Virgins, con le Tre Marie ma mi ha detto che c’è già un panettone e non era il caso.
Adesso che lei è a Roma potrebbe portare il libro al papa.
Mi piacerebbe molto.
Viva Francesco, allora.
Viva Francesco (pronunciato in italiano).