il Fatto Quotidiano, 20 giugno 2018
La carne non fa male, ma non fa leggere bene
Saranno pure assillanti e un po’ ossessivi protettori degli animali, gente con la tendenza all’evangelizzazione, ma di sicuro è difficile non essere d’accordo con quelli della Lav (Lega antivivisezione), specie quando venerdì hanno attaccato la “teatrale grigliata dell’orgoglio carnivoro”, organizzata da Coldiretti a Torino il 16 giugno scorso. In occasione del “Bistecca Day”, infatti, la principale organizzazione degli imprenditori agricoli italiani ha pensato bene di preparare il terreno al sanguinolento evento attaccando vegetariani e vegani. E ha tirato fuori dal cappello un Rapporto Eurispes del gennaio scorso secondo il quale i seguaci della dieta vegana sarebbero scesi dal 3% allo 0,9% di quest’anno.
Solo 460.000 eccentrici, assimilati insensatamente a fruttariani e melariani, si ostinerebbero a seguire la “moda” vegana, mentre oltre un milione di cittadini, comunicava gongolante Coldiretti (e la notizia faceva il giro del web), sarebbero tornati ad abbuffarsi di uova, latte e carne. Peccato però che, andando a vedere quello che c’è scritto nel Rapporto Eurispes, si scopre che il “totale di chi ha optato per un regime vegetariano e vegano si è mantenuto costante, con valori compresi tra il 7 e l’8%”.
In pratica i vegani sono scesi ai valori del 2016, mentre nel 2017 avevano fatto un balzo in avanti a scapito dei vegetariani, a testimonianza di una certa mobilità tra vegetariani e vegani (e non tra vegani e onnivori). Pochi dubbi invece sul fatto che i consumi di carne crollino a picco, mentre aumenta esponenzialmente “l’offerta di prodotti vegani dalla grande distribuzione alla ristorazione anche scolastica”, come scrive sempre LAV. Ma l’operazione “come ti denigro il vegano” si è servita anche di un altro dato, quello secondo cui “il 49,4% degli italiani riterrebbe radicale, fanatica intollerante la dieta vegana”. Se si riprende però il rapporto originale si legge in realtà che il 30,3% la ritiene radicale e il 19,1% fanatica: una bella differenza, ma Coldiretti mette tutto nello stesso calderone, omettendo di dire, tra l’altro, che più della metà degli italiani la ritiene “rispettabile e ammirevole”. Ciliegina sulla torta è infine la scelta di attaccare “le fake news” in Rete sul consumo di latte e carne, visto che non esisterebbe nessuno studio scientifico che provi che mangiare carne sia dannoso. Peccato che qui si combattano le fake news con altre fake news: basti citare, tra i tanti, l’importantissimo documento della International Agency for Research on Cancer del 2015, secondo cui il consumo di carne rossa è “probabilmente cancerogeno” per l’uomo mentre quello di carne lavorata è “cancerogeno”. Meglio farebbe Coldiretti a continuare l’impegno sulla qualità ed eticità degli allevamenti, come ad esempio ha fatto Coop con la furba pubblicità dei suini “senza antibiotici da 4 mesi”, visto che anche chi la carne la mangia è sempre più sensibile alle condizioni degli animali e alla propria salute. Screditare nel 2018 chi non mangia proteine animali sa tanto di battaglia, oltreché grottesca, soprattutto di retroguardia.