Il Sole 24 Ore, 20 giugno 2018
Fender nell’era digitale rilancia le sue chitarre
La Stratocaster mancina di Jimi Hendrix incendiata sul palco del Monterey festival nel 1967. O quella nera di David Gilmour che suona a petto nudo con i Pink Floyd a Pompei. La Telecaster di Keith Richards degli Stones o il Jazz Bass scrostato di Jaco Pastorius. Fender marchio iconico delle chitarre elettriche da oltre mezzo secolo, che ha fatto la storia del Rock’n’Roll, nell’epoca del digitale cerca di rilanciare le vendite dei suoi strumenti a corda analogici con una nuova linea di chitarre e bassi denominata Player series. La sua rivale di sempre Gibson, qualche settimana fa ha presentato la richiesta del Chapter 11, l’amministrazione controllata americana, per proteggersi dai creditori, con 500 milioni di dollari di debiti da digerire. Fender dagli anni Cinquanta continua a fare gli stessi modelli. Ma le vendite negli ultimi tempi sono calate. I dati finanziari non sono noti, ma secondo Reuters nel 2017 Fender ha riportato 500 milioni di dollari di ricavi, con 100 milioni di debiti e un cash flow positivo. La nuova serie Player è prodotta in Messico, più economica delle originali made in Usa, ma molto performante stando alle prime recensioni. Una scommessa nell’era digitale.