Il Messaggero, 20 giugno 2018
Le nuove cure per l’emicrania
Cefalea, mal di testa, emicrania. Tanti modi per indicare un ventaglio di disturbi molto invalidanti. Capaci di rovinare la quotidianità di milioni di persone. Si stima che a soffrire di cefalea in Italia siano almeno 26 milioni di persone, cioè quasi una persona su due. Un problema molto diffuso dunque, che non risparmia nessuno, bambini compresi. Non c’è da stupirsi, dunque, se il mondo della ricerca si sta concentrando proprio sulle cure e le diverse tecniche per riuscire a fronteggiare in modo fattivo la patologia.
Da Milano, dove si è appena concluso il congresso dell’Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee, arriva un allarme che riguarda proprio i giovani: la cefalea in questa fascia d’età è triplicata di frequenza negli ultimi vent’anni. «Le cosiddette cefalee primarie afferma il neuropsichiatra infantile Vincenzo Guidetti dell’Università La Sapienza pur rappresentando il disturbo neurologico più frequente prima dei 7 anni, non sono sempre facilmente diagnosticabili prima dei dieci». Nel bambino, infatti, sono tanti i fattori che entrano in gioco tra le cause della cefalea; spesso si tratta di problemi psicologici che rendono difficile inquadrare la tipologia del disturbo.
LA CRISI
Quello che gli esperti sconsigliano decisamente a tutte le età è il fai da te, perché molto spesso questo porta a cronicizzare il disturbo, anziché risolverlo. «Nella cura dell’emicrania afferma Fabio Frediani, neurologo e presidente dell’Anircef i pazienti sono troppo abituati a scegliere da soli. Hai l’attacco acuto, prendi la pastiglia e pensi che tutto sia risolto. Invece, spesso, è l’inizio di un calvario»
Ma ci sono anche buone notizie all’orizzonte e riguardano l’emicrania. La terza malattia più diffusa al mondo e la sesta tra le più invalidanti. «Fino ad oggi spiega Elio Agostoni, direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Niguarda di Milano ci siamo limitati a curare le crisi, ma non la malattia, o solo in parte. Stanno però per arrivare in Europa dei farmaci in grado di interferire con il meccanismo alla base della malattia».
Ed è una vera rivoluzione quella che si profila all’orizzonte per il trattamento dell’emicrania. Il farmaco sul quale si appuntano tante speranze – anche se non ancora disponibile sul mercato italiano – è un anticorpo monoclonale progettato per attaccare una proteina (la CGRP) che svolge un ruolo critico nell’emicrania.
Il farmaco si somministra per iniezione, una volta al mese, ed è la prima terapia a bersaglio contro l’emicrania disponibile in Europa.
Le novità per il trattamento dell’emicrania sono anche hi-tech. Si chiama Cefaly ed è una mini-ventosa che si applica alla fronte dove eroga una scossettina elettrica impercettibile. A vederla sembra un elegante diadema indiano, ma in una metà dei pazienti che l’hanno provata è riuscita a far scomparire la crisi di cefalea nell’arco di un’ora. L’apparecchio è stato valutato da uno studio italiano condotto al San Carlo di Milano dal professor Frediani. Potrebbe arrivare sul mercato entro la fine dell’anno come terapia sintomatica. All’arrivo della crisi, al posto della solita pillola, insomma basterà una scossettina per cancellare il disturbo.
LE DONNE
L’emicrania interessa il 15 per cento delle persone in Italia, è più frequente nelle donne e spesso ha una predisposizione genetica. La causa esatta non è nota ma si pensa possa trattarsi di un problema neuro-vascolare. Si dice cronica, quando colpisce almeno 15 giorni al mese, episodica se è presente meno di 14 giorni al mese.