la Repubblica, 20 giugno 2018
Bisogna cambiare il packaging
U na nuova vita per tre imballaggi su quattro. Così, in 20 anni, è cambiata l’Italia del riciclo: si è passati da solo un terzo dei rifiuti recuperati nel 1998 fino a sfiorare l’obiettivo di una economia davvero circolare. Ma per risparmiare CO 2, realizzare meno discariche e inquinare meno, la strada per il cambiamento è ancora lunga: sarà necessario uno sforzo delle aziende teso a “vestire” diversamente i vari materiali con l’eco- design, trasfor-mando così i nostri scarti in prodotti completamente rigenerabili. Questa la linea tracciata dal Conai, il consorzio nazionale imballaggi che raduna 850mila imprese italiane e che attraverso l’accordo con l’Anci opera con i Comuni per il recupero dei rifiuti urbani. Grazie alla nuova sensibilità sui temi ambientali nel 2017, fa sapere Conai, sono state recuperate in tutto oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, pari al 77.7% del totale di quelli immessi al consumo. Un risultato che supera gli obiettivi europei e che, seppur lentamente, mostra segni di miglioramento di anno in anno anche in termini di riciclo: in quello passato, ad esempio, 8,8 milioni di tonnellate di imballaggi usati sono state riciclate (+3,1% rispetto al 2016). Risultati positivi anche per i rifiuti di provenienza urbana rigenerati ( 4 milioni di tonnellate), aumentati del 5,3% rispetto all’anno precedente. Tra questi colpisce il + 11,8% di recupero della plastica, materiale che se mal gestito contribuisce purtroppo a soffocare i nostri oceani. Se da una parte aumenta la raccolta, dall’altra però la plastica avviata al riciclo sfiora solo la metà del recuperato. Fra gli altri rifiuti conferiti dai Comuni crescono poi legno (+ 5,1%) e vetro (+ 5%), mentre cala la percentuale dell’acciaio (-5,6% rispetto al 2016). Finora, in vent’anni, grazie al riciclo degli imballaggi, sono state risparmiate 40 milioni di tonnellate di CO 2 immesse in atmosfera e si è evitata la costruzione di 130 nuove discariche. Adesso è necessario un passo avanti. «Riprogettare i prodotti che consumiamo con un packaging che tenga conto della funzionalità, degli impatti ambientali legati alla produzione e della gestione del prodotto quando diventa rifiuto», chiedono dal consorzio. Per questo Conai ha lanciato, con scadenza il 30 giugno, una nuova edizione del “Bando Prevenzione sugli imballaggi ecosostenibili” in cui vengono selezionate e premiate ( per un totale di 400mila euro) le imprese più innovative nel creare confezioni ecologiche che permettono un alto risparmio ambientale e energetico. Fra le ottanta ditte premiate nell’ultima edizione, ad esempio, alcune hanno puntato all’abolizione dell’uso di plastica vergine. La Davines, azienda di cosmesi, ha deciso di sostituire tutti i suoi flaconi in Pet per lo shampoo con contenitori fatti al 100% di materiali riciclati: scelta che ha permesso di ridurre le emissioni di gas serra del 30% e ottenere un minor consumo di energia (20%) e di risorse idriche (40%). La Maniva, acque minerali frizzanti, ha modificato bottiglie e tappi di plastica ottenendo un risparmio elettrico del 43%. Nel settore carta la International Paper Srl, investendo nella riprogettazione del suo vassoio per trasportare carni, ha ridotto i consumi di cellulosa di un terzo e in quello del vetro i Mastri Birrai Umbri hanno ridotto il peso delle loro bottigliette per inquinare meno nei trasporti. Tutte piccole costose e decisive modifiche per un ambiente migliore.