la Repubblica, 20 giugno 2018
Quanto pesa la Terra
S e tutti noi salissimo su un’enorme bilancia, il nostro peso combinato sarebbe meno di un millesimo di quello di tutti i batteri della Terra. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Pnas: “La distribuzione della biomassa sulla Terra”, la più completa stima mai fatta della presenza di piante, animali, batteri e funghi sul nostro pianeta. Per questo ritratto della vita sulla Terra, i ricercatori – del Weizmann Institute of Science israeliano e del California Institute of Technology – hanno raccolto e armonizzato dati da oltre trecento studi realizzati con tecnologie come la scansione di vaste aree da satellite o il sequenziamento genetico per scoprire i microrganismi nel suolo e nell’acqua. Si è così arrivati a stimare che, dei 550 miliardi di tonnellate ( 550 gigatonnellate) di carbonio, ovvero tutta la biomassa terrestre, a dominare sono le piante ( 450 Gigatonnellate, che diventano 150 se non si considerano steli e tronchi d’albero), seguite dai batteri ( 70 Gt), dai funghi ( 12 Gt), e poi da tutti gli animali (2 Gt). Nonostante gli oceani coprano il 71% della superficie terrestre, la biomassa sulla terraferma ( 470 Gt) è 78 volte quella marina ( 6 Gt). Gli habitat sono piuttosto diversi: le piante sono soprattutto terrestri ( la biomassa delle alghe è solo 1 Gt). Circa l’ 80% degli animali vive nel mare, e l’ambiente marino è dominato dai microbi, che rappresentano il 70% della biomassa marina. Sottoterra vive il 15% della biomassa (70 Gt), composta quasi solo da batteri (che al 90% vivono sotto la superficie). «Se chiedi alla gente dove è la vita, molti pensano ve ne sia più negli oceani, perché sono così vasti e profondi. In realtà abbiamo trovato che la vita è sulla terraferma 80 volte più che negli oceani», spiega l’autore dello studio, Ron Milo, biologo al Weizmann Institute of Science. «Un’altra sorpresa riguarda il rapporto tra produttori e consumatori. Sulla terraferma i produttori, vale a dire le piante, sono in sovrannumero ( 450 Gt) rispetto ai consumatori ( 20 Gt). Negli oceani il rapporto è invertito: la biomassa dei consumatori ( 5 Gt), vale a dire pesci e crostacei, è cinque volte quella dei produttori, ovvero alghe e fitoplancton». Cosa rende sostenibile questo squilibrio? «È una questione di “turn over”» risponde Milo. «Le alghe hanno un ciclo di vita molto più rapido rispetto alle piante terrestri, giorni invece di mesi – o decenni nel caso degli alberi – e hanno quindi una produttività molto più alta, che riesce a reggere tutta la catena alimentare marina». Lo studio evidenzia l’immenso impatto dell’uomo sul pianeta: «Il peso dell’umanità è 9166 volte inferiore al peso di tutta la vita terrestre – ed è tre volte inferiore al peso combinato di tutti i virus – ma l’impronta che stiamo lasciando sul pianeta è sproporzionatamente grande» spiega Milo. «Un esempio: ci sono 20 volte più mammiferi domestici che selvatici, più mucche e suini che tutti i mammiferi selvatici messi assieme. E la biomassa del pollame è oltre il doppio di quella degli uccelli selvatici (0,005 Gt contro 0,002 Gt). E se guardiamo alla biomassa vegetale, l’abbiamo dimezzata nella storia dell’umanità: soprattutto tagliando alberi per fare spazio all’agricoltura». Nonostante tutto, le piante rimangono le vere conquistatrici della Terra. «Possiamo dire che il modo in cui hanno risolto il problema della vita, sfruttare l’energia solare per produrre nutrimento e la chimica per difendersi, per quanto possibile, dai loro predatori, ha avuto un successo straordinario», commenta Milo. A differenza di quello delle piante, il successo dell’Homo sapiens è avvenuto a spese degli altri, e lo studio permette di aggiungere un utile tassello alla conoscenza della storia del nostro pianeta, stimando che l’estinzione della megafauna nel Quaternario, che avvenne tra 50.000 e 3.000 anni fa anche per via delle attività umane, dimezzò le specie animali di stazza superiore a 40 chilogrammi.. «Pur essendo soltanto lo 0,01% della vita sul pianeta, dalla nostra comparsa ad oggi abbiamo ridotto a un settimo la massa degli animali terrestri selvatici, e a un quinto la biomassa dei mammiferi marini», sottolinea Milo. «Anche i signori del pianeta, le piante, hanno subito un duro colpo: oggi sono circa la metà di quanto erano prima che l’uomo iniziasse le deforestazioni per far spazio all’agricoltura». L’ultima curiosità riguarda non il pianeta ma lo studio stesso. «Lavorando a un’altra ricerca, ho chiesto a un mio studente di ricavare nella letteratura scientifica o in qualche enciclopedia dati sulla distribuzione della vita sulla Terra» spiega Milo. «Lo studente, Yinon Bar-On, dopo alcuni giorni è tornato a mani vuote: non esisteva niente del genere. Allora abbiamo deciso di farlo noi, e Yinon Bar- On è diventato il primo autore». Il peso della popolazione mondiale equivale a meno di un millesimo di quello di tutti i batteri Ricercatori dell’Israeliano Weizmann institute of science e del California institute of technology hanno calcolato la massa delle diverse specie viventi: quelle sulla terraferma pesano 78 volte più di quelle marine