La Stampa, 19 giugno 2018
Scuola di ladri
Questa storia che gli italiani sono ladri e geniali ha davvero scocciato. Perché ladri sì, parecchio, ma geniali no, anzi piuttosto imbecilli. Oltre che cattivi come faine. Ne hanno beccati centoventi nel Maceratese che intascavano un contributo mensile per la casa distrutta dal terremoto. Poi è saltato fuori che abitano altrove: la casa era quella delle vacanze. Altri invece ci abitano davvero, e continuano ad abitarci per l’amabile motivo che la casa sta benone. Era già successo ad Amatrice, all’Aquila, in Emilia, in Umbria e così via, terremoto dopo terremoto, ogni volta la stessa logora rapina a cadaveri caldi e calcinacci fumanti. Poi tocca sentire il dispiacere di Salvini perché dobbiamo tenerci «i rom italiani» (prima gli italiani purché non siano rom; e si offende se gli si dà del razzista: basterebbe non fare discorsi razzisti). In quanto italiani dobbiamo tenerci gli italiani tutti, compresi quelli che hanno raccolto vestiti e giocattoli per i bambini terremotati e li hanno rivenduti su internet, compresi quelli che smerciano ai gonzi app con cui prevedere le scosse sismiche, compreso quello che aveva nascosto la madre uccisa da una trave per riscuoterne la pensione, compresi quelli che si sono presi tende di cui non avevano diritto per andarci in campeggio, compresi quelli che si sono dichiarati senza tetto per rimediare una roulotte e filarsela in villeggiatura, comprese le migliaia di pataccari che regolarmente cercano di farsi risarcire danni mai subiti, bestie mai morte, lavori mai eseguiti. Ladri, imbecilli, cattivi come faine, e senza nemmeno la scusa di essere rom, immigrati o parlamentari.