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 2018  giugno 18 Lunedì calendario

Gloria, la Crazy girl italiana: «Macché donne oggetto, siamo le vere femministe»

Il successo è nei numeri: tra un seno e l’altro devono esserci 21 centimetri di distanza, 13 tra ombelico e pube, l’altezza tra l’1.68 e l’1.73, il lato B deve essere un «otto» rovesciato, come i simbolo dell’infinito. Ma la ragazze del Crazy Horse, che sbarcano al teatro Nuovo di Milano dal 20 al 24 giugno con Forever Crazy, da 67 anni sono anche lavoro, impegno, ironia. Deborah Lettieri, in arte Gloria di Parma, è l’unica italiana del Crazy, la prima trent’anni dopo Rosa Fumetto. E nessuna sa essere bella come un’italiana. Specie quando sa quello che dice.
È vero che all’inizio invece di Gloria di Parma volevano chiamarla Gigi come Buffon?
«Si, Gigì alla francese. Ma ho spiegato: Gigi in Italia è un nome da uomo. Non mi pareva bello...».
Direi. E che il Crazy Horse è una scuola militare?
«Siamo come dei marines, ma più belle. Lavoriamo cinque giorni alla settimana con due spettacoli al giorno, poi ci sono le prove. Facciamo una preparazione da sportive professioniste».
È vero che metà del pubblico del Crazy è donna?
«Di più. Sei spettatori su dieci sono donne. E io ricevo più complimenti da loro che dagli uomini. 
E come se lo spiega?
«Perché le donne vanno oltre le apparenze. E perché questo spettacolo è la celebrazione del potere femminile».
Una sua collega, Polly Underground, diceva trent’anni fa del pubblico: i francesi applaudono con discrezione, i tedeschi rimangono indifferenti fino alla seconda birra, gli americani sono rumorosi, gli italiani e gli spagnoli sono entusiasti, i giapponesi dormono...
«È perfetto ancora adesso. I francesi ora si lasciano coinvolgere di più. E a noi piace l’entusiasmo».
Come si fa a coltivare l’erotismo nell’era del tutto e subito?
«Una volta gli uomini per vedere un nudo femminile andavano al museo. Oggi su internet...».
E quindi?
«Il Crazy Horse è sempre stato uno spettacolo all’avanguardia, orgoglioso della sua Storia ma sempre un passo avanti. Oggi l’erotismo fa sognare ma non basta più, una volta eravamo più erotici, adesso più divertenti».
Le proteste di MeToo in qualche modo vi hanno toccato? 
«Meno che in Italia. I francesi hanno un rapporto più aperto con il sesso rispetto a italiani e americani. Portano i ragazzini al Moulin Rouge e a fare il Tour del Crazy Horse vengono le famiglie».
Ma le sono mai capitati brutti incontri?
«Io adoro i miei ammiratori e mai mi sono sentita oggetto di stalkeraggio o di molestie. Forse sono stata fortunata o forse mi sono sempre posta nella giusta maniera». 
Ma quindi il Crazy Horse è uno spettacolo femminista?
«Il nostro spettacolo è uno spettacolo femminista, la celebrazione della donna, l’orgoglio di esserlo. Noi mettiamo la donna su un piedistallo, altroché donne oggetto».
Quanti si sono innamorati di Lei da quando è una Crazy Girl?
«Troppi per contarli...».
Il complimento più bello?
«Si sta così bene allo spettacolo che dopo un po’ ti dimentichi che siete nude sul palcoscenico».
Fidanzarsi con un simbolo della seduzione è sogno o incubo?
«Mi sa un po’ e un po’».
Cosa voleva fare da bambina?
«La ballerina».
Quante volte ha perso la testa
«Praticamente tutti i giorni. E per le ragioni più svariate».
Rosa Fumetto ha detto: quando arrivai al Crazy Horse imparai a sentirmi bella:
«Per me è stato uguale».
Il primo bacio a chi lo hai dato
«A un compagno di classe».
Anche Lei è un cervello in fuga?
«Sia corpo che cervello».
Cosa sogna chi fa sognare gli uomini?
«Nel mio caso che l’Italia prima o poi mi riabbracci...».
Ha fatto il giudice a Dance, Dance Dance. Dicono un po’ carognetta...
«Carogna no. Sono onesta nel giudicare. E la sincerità è dura».
Tricia Bagaloo diceva: chiedo alla vita di vivere ogni giorno sempre qualcosa di bello
«Anch’io. Ma anche di saper apprezzare quello che di bello ti succede ogni giorno nella vita».