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 2018  giugno 18 Lunedì calendario

Se De Gregori balla sul brano del fratello, allora il test è ok

«Con questa canzone rischio di perdere il pubblico che avevo e di non guadagnarne uno nuovo». Il taglio dell’ironia non fa difetto a Luigi Grechi, nome d’arte di Luigi De Gregori e fratello di un certo Francesco...
Cantautore con 40 anni di dischi alle spalle, sonorità tra folk e country, la barba folta a segnare anche plasticamente il debito musicale ai suoni americani, Grechi è uscito dalla retta via – «ma non cambio genere», assicura – con una nuova canzone che non esita a definire «balneare, stupida e delirante». È Tangos e Mangos, brano in spagnolo maccheronico dal testo folle: «Si parla di tangos e mangos ma anche di orangos che pestano fungos, una canzone scritta di getto in un momento di felicità e ilarità. L’ho fatta sentire a dei miei giovani amici e si sono molto divertiti. Appena l’ho fatta ascoltare a mio fratello si è messo a ballare». Così ecco l’idea del pezzo che sarà online dal 21 luglio. 
Il nuovo progetto di Luigi Grechi ha una strategia pianificata: «Visto che ormai comanda il digitale, ho deciso di pubblicare una canzone al mese sul mio sito (www.luigigrechi.it). Il 21 giugno si parte con Dublino». Il brano risale al 1979 ed è firmata dai DG Brothers, ma ora torna in una nuova vesta sonora: «È eseguita dal duo Le Mondane al loro disco di esordio. È una versione rifatta e aggiornata a cui io presto la mia voce». 
La data del 21 giugno non è casuale, «è il giorno della festa della musica e mi sembrava il momento adatto per lanciare il progetto. Poi ogni 21 del mese uscirà una nuova canzone. Quando saranno una decina arriverà l’album. Ma magari ci prendo gusto e continuo a pubblicare un brano al mese all’infinito...». Ironico, ma anche passionale: «Il fine non è strettamente economico, lo scopo di questo progetto web è quello di raggiungere una maggiore notorietà ed essere chiamato a fare concerti dal vivo: a me piace stare sul palco davanti alla gente, non importa che sia uno stadio o un’osteria». 
Luigi, 73 anni e quasi 7 di differenza con Francesco, non ha mai fatto il più grande e meno famoso. Il vincolo di sangue è un sano antidoto alla gelosia: «Non gli ho mai dato consigli per carità. Ci vogliamo un bene da fratelli, questo è il nostro legame». Per la sua carriera ha scelto il cognome della madre: «Ho cambiato nome per questioni di mercato e opportunità. Due De Gregori erano troppi».