Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  giugno 18 Lunedì calendario

Sarah la rossa: «Adesso vorrei un altro Oscar»

«E ora punto a un altro Oscar». Nella nuova vita di Sarah Ferguson, 58 anni, duchessa di York ed ex moglie «scandalosa» del principe Andrea d’Inghilterra, terzogenito della Regina Elisabetta, il cinema occupa un ruolo di primo piano. Accanto alla mondanità, all’e-commerce (la signora vende anche on line centrifugatori per diete e spazzole per capelli), ai viaggi, alla beneficenza. «Dopo The Young Victoria, che nel 2009 raccontava la storia della regina Vittoria, interpretata da Emily Blunt, e vinse l’Oscar per i costumi, produrrò un altro film d’epoca e lo presenterò l’anno prossimo proprio qui», annuncia la rossa Sarah a Forte Village, dove il Filming Italy Sardegna Festival ha ospitato un gala di beneficenza per Children in Crisis, l’associazione da lei fondata nel 1993 per istruire i bambini disagiati. Abito rosso fuoco che non dissimula certo le sue forme generose (deve aver perso definitivamente l’eterna lotta con la bilancia), molto estroversa, occhi azzurri penetranti e la famosa chioma fulva, Fergie racconta i suoi progetti e il recente rientro nella Royal Family che, dopo anni di ostracismo a causa della sua vita a base di scandali e debiti, l’ha invitata al matrimonio di Harry e Meghan (ma solo in chiesa, non al party). 
GRAZIE ITALIASembrano archiviati i tempi degli sperperi, delle prime pagine, delle foto compromettenti come quella del finanziere John Bryant intento a baciarle l’alluce, un cult nella storia del gossip. La duchessa ha voltato pagina e non smette di ripetere: «Grazie Italia». 
Perché si sente grata al nostro Paese? 
«Più di una volta ho pensato di stabilirmi da voi perché fin dal 1998, dopo il mio divorzio da Andrea, mi avete accettata per quella che sono senza giudicarmi». 
Il suo passato le pesa?
«Ci ho fatto pace e oggi mi sento libera di vivere a modo mio. Significa sia indossare senza complessi questo abito rosso sia fare del bene: come mi insegnò mia nonna, per essere felici bisogna aiutare gli altri». 
C’è stato un momento in cui le è stato più difficile essere se stessa?
«Più di uno. Ma dalle difficoltà ho imparato tutto». 
Che emozioni ha provato al Royal Wedding? 
«È stato un grande giorno, per me. Sono entrata nella Cattedrale di Westminster portando Lady Diana nel cuore, felicissima che Harry avesse voluto invitarmi. La lunga camminata che ho intrapreso da sola al centro della chiesa è stata la metafora della mia vita: ne ho passate tante ma mi sono rialzata e sono ancora qui». 
Ha ripensato al suo matrimonio con Andrea? 
«Certo. Era il 1986 e sposavo l’uomo che amavo. Ancora oggi rispetto le promesse di rispetto fatte quel giorno. Il 12 ottobre Andrea e io porteremo all’altare la nostra secondogenita Eugenia (si unirà con l’imprenditore vinicolo Jack Brookbank, ndr). Sarà un altro Royal Wedding».
Guadagna bene con l’e-commerce attraverso il sito le scoperte della duchessa (duchessdiscoveries.com)? 
«Ma quel sito sta cambiando pelle: presto non porterà più soldi a me, ma servirà a finanziare l’attività delle artigiane della Tanzania che confezionano a mano dei magnifici cesti. Credo nella forza delle donne». 
Crede anche nel femminismo? 
«Purché non si trasformi in una guerra contro il maschio. I sessi hanno bisogno l’uno dell’altro. Noi donne incarniamo l’istinto, la creatività e la sensibilità e abbiamo il diritto di far sentire la nostra voce, ci mancherebbe. Ma dobbiamo pretendere l’inclusione, non il potere». 
Tornando al cinema, c’è un film a cui è particolarmente affezionata? 
«Che domande. È Young Victoria che mi ha dato tante soddisfazioni. Non vedo l’ora di fare il bis. Sono al lavoro».