La Stampa, 18 giugno 2018
Saint-Exupéry, “Il Piccolo Principe è morto. O meglio è diventato scettico”
«Il ciclone di cui sto per parlarvi è l’esperienza più impressionante, nella sua brutalità, che mi sia mai capitato di sostenere». Sono passati dieci anni da quel volo attraverso una tempesta sopra la Cordigliera delle Ande, in direzione di Comodoro Rivadavia, nella Patagonia argentina, ma Antoine de Saint-Exupéry, per una volta, di fronte al foglio, fatica a trovare le parole giuste. Pensa a Joseph Conrad, al modo magistrale con cui ha raccontato il suo Tifone.
«Conrad, se racconta un tifone, descrive appena le onde monumentali, le tenebre e l’uragano (e la paura/lo spavento degli uomini...). Conrad non ci mostra del tifone che il dramma sociale. Abbiamo tutti conosciuto quella impotenza a trasmettere le nostre storie quando, dopo una tempesta, una volta riuniti, come in un ovile, nel piccolo ristorante di Tolosa, sotto la protezione della cameriera, rinunciamo a raccontare l’inferno. Le nostre recite, i nostri gesti, le spiegazioni, finiscono col far sorridere i nostri compagni come ingenuità di fanciulli. […] Non riesco a tradurre la violenza dei vortici se non moltiplicando i superlativi, che nulla trasmettono, a parte un gusto imbarazzante d’esagerazione. Lentamente ho compreso la ragione di questa impotenza: si tenta di descrivere un dramma che non ha avuto luogo. Se si fallisce nell’evocare l’orrore è perché […] l’orrore non si mostra nella sua realtà».
Sulla linea Aéropostale
Tra orrore e tempeste, i riferimenti a Conrad abbondano. Saint-Ex, come lo chiamano gli amici, quando traccia queste righe nel 1939 è un aviatore consumato e uno scrittore già esperto. È l’anno in cui pubblica Terra degli uomini, il suo primo bestseller, dedicato all’amico pilota Henri Guillaumet, che proprio a una tempesta sulle Ande era miracolosamente sopravvissuto. Il volo attraverso il ciclone risale invece al 1929, uno dei primi sulla linea Aéropostale argentina, tra Buenos Aires e Punta Arenas, che aveva appena fondato.
Il pilota aristocratico cerca di bilanciarsi sulle righe come tra i vuoti d’aria. Il testo, inedito in questa prima versione, subirà una serie di trasformazioni e apparirà nell’edizione americana di Terra degli uomini. Curiosamente ricorda altre parole, in apparenza molto diverse, che spedisce, alla fine dello stesso anno, arruolato in una squadriglia di ricognizione in Francia, a una delle tante donne amate, sedotte o desiderate che punteggiano la sua biografia. «Molte sono le cose che mi colpiscono in voi. Una di queste è senza dubbio la sicurezza. È il ritrovarvi sempre così somigliante a voi stessa» dichiara a una misteriosa Miss Lawton. E poi si confessa: «La vita mi disperde, mi manda fuori rotta. E attraverso deserti di silenzio. Ma so riconoscere i miei. Forse sono un eterno figliol prodigo - ma ho un tale bisogno di rifugi sicuri».
L’autore del Piccolo Principe, come il suo personaggio più celebre, è sempre sospeso tra il desiderio d’avventura e l’avvistamento di un paesaggio familiare, di «una casa tra gli alberi», di un ideale asteroide B-612 su cui atterrare. Le rotte di Saint-Ex attraverso la vita, la letteratura e gli amori si possono rintracciare tra i lotti di una grande asta dedicata agli anni eroici dell’aviazione, di cui fanno parte i due inediti citati, che si è tenuto sabato all’Hotel Drouot di Parigi, organizzata da Artcurial.
La vendita - sulla storia postale - è parte di una serie di aste della vasta collezione Aristophil, che va dagli incunaboli alla letteratura del ’900. Ci sono gli assi dei cieli della Grande guerra e gli esploratori dell’aria della compagnia Aéropostale - prima in Africa, poi nell’America del Sud -, gli amici e compagni di Saint-Exupéry, Jean Mermoz e Henri Guillaumet, con cui scherza e litiga per posta. Ci sono gli americani: Orville Wright, Charles Lindbergh e la moglie Anne Morrow, anche lei pilota, le trasvolate intercontinentali, i lenti giorni africani di sosta a Cap Juby per l’Aéropostale, le allucinazioni nel deserto. Soprattutto, c’è l’aviatore-scrittore, disperso in centinaia di frammenti, in parte inediti, che, raccolti insieme, fanno pensare a un volo senza carte aeronautiche.
Uno scritto pacifista
Le sue tentazioni intellettuali vanno dai ragionamenti sulla figura del capo nelle democrazie moderne ai testi scientifici sulla televisione e il modo di criptare le trasmissioni a pagamento, fino alle sceneggiature noir per film mai realizzati. Colpisce un testo pacifista inedito sulla guerra e l’esortazione agli americani a entrare nel secondo conflitto mondiale. Sorprende il personaggio inedito di un cruciverbista in una bozza manoscritta del Petit prince, il primo che il viaggiatore dello spazio incontra sulla Terra, e la dichiarazione: «Il Piccolo Principe è morto. O meglio, è diventato scettico. Un Piccolo Principe scettico non è più un Piccolo Principe». Viene da una corrispondenza illustrata da acquerelli con una crocerossina conosciuta sul treno tra Orano e Algeri, un ultimo amore che lo amareggia - la lettera finale è del maggio 1944 (all’asta parigina l’epistolario ha fatto registrare il prezzo più alto, a 240.500 euro).
Due mesi dopo, il 31 luglio, il Lockheed P-38 pilotato da Saint-Exupéry precipita in circostanze mai ben chiarite nel Mediterraneo, al largo di Marsiglia, durante una missione di ricognizione, la sua ultima rotta senza una mappa.