Corriere della Sera, 17 giugno 2018
Il dolore dell’ex stratega di Bush: «Non capii mia madre depressa»
La mamma di Karl Rove si è tolta la vita a 51 anni, soffocata dai fumi di scarico della sua auto, dopo aver guidato fino al deserto. Il papà di David Axelrod, Joseph, uno psicologo di origine ebraica, emigrato dall’Europa dell’Est per sfuggire ai «pogrom», si è suicidato nel 1977, non ancora cinquantenne.
Ancora oggi nella politica americana è difficile immaginare due figure più distanti di Karl Rove e David Axelrod. Il primo, 67 anni, è stato uno dei consiglieri più ascoltati di George W. Bush.
Axelrod, 63 anni, è il suo equivalente nel campo opposto: «Senior advisor» e poi stratega nella rielezione di Barack Obama.
I due occupano le polarità opposte nella mappa dei media: Karl osserva e commenta dalla tribuna conservatrice di Fox News; David risponde dalla Cnn.
Venerdì 15 giugno, però, il Wall Street Journal pubblica una lettera di Karl Rove, dal titolo spiazzante: «Il suicidio di mia madre era prevedibile». Il giornalista e politologo prende le mosse dai due fatti che hanno emozionato tutti: prima la stilista Kate Spade, poi Anthony Bourdain, chef e star televisiva, si sono impiccati, al culmine della ricchezza o della popolarità. Scrive Rove: «Kate Spade ha lasciato un messaggio alla figlia tredicenne, per dirle quanto fosse orgogliosa di lei e che non doveva assolutamente sentirsi in colpa. Anche mia madre scrisse una lettera per far sapere quanto fosse orgogliosa dei suoi cinque figli e per assolvere la famiglia da ogni responsabilità. Ma queste parole finali non attenuano il senso di colpa e di vergogna che la famiglia e gli amici provano dopo un suicidio: avrei dovuto immaginarlo, se solo avessi fatto più attenzione, avrei dovuto fare qualcosa. Solo che nessuno è responsabile. Il suicidio è la scelta più personale, più solitaria che un essere umano possa fare». A un certo punto Karl rivela: «Ho ricevuto una mail molto gentile da David Axelrod. Non ci siamo mai incontrati, ma a quanto pare abbiamo più cose in comune che l’aver lavorato alla Casa Bianca. David aveva 19 anni, quando suo padre si suicidò. Frequentava l’Università e la polizia si presentò nel suo dormitorio, chiedendogli di identificare il cadavere. In seguito David scrisse un bellissimo articolo in memoria di suo papà, provando a spiegarne la decisione. Quell’uomo era uno psicologo, eppure era convinto, com’è opinione prevalente nella nostra società, che la depressione sia un segno di debolezza, non una malattia».
Axelrod ha invitato Rove nella sua trasmissione televisiva The Axe Files. Si sono scornati sulla politica, su Donald Trump e tutto il resto. Ma hanno anche continuato a ragionare insieme sul profondo disagio personale e sociale che attraversa gli Stati Uniti. Rove conclude così il suo intervento sul Wall Street Journal: «Non possiamo dimenticare le altre 863 persone che si sono tolte la vita nella stessa settimana di Kate Spade a Bourdain. Tutti noi abbiamo bisogno che gli altri accorrano al nostro fianco, quando siamo in difficoltà». Dall’altra sponda, David Axelrod sottoscrive.