Corriere della Sera, 17 giugno 2018
Ronaldo immortale
È ora di pensare a Ronaldo come pensiamo a Pelè e Maradona, cioè il meglio che il calcio ha dato. Lui e Messi, naturalmente, solo che non è il giorno migliore per parlare di Messi. È già stato detto tutto su entrambi, ma raramente si è cercato una loro gerarchia nella storia. I riferimenti sono rimasti sempre Pelè e Maradona, i più colti arrivano a Di Stefano o sfiorano Meazza. Ronaldo e Messi sono stati fermati nel loro eccezionale presente. Sono all’altezza di Pelè e Maradona? Certamente sì, con qualche piccola aggiunta. La prima è che non esistono due fuoriclasse davvero paragonabili. Maradona era un giocatore più complesso di Pelè, sapeva fare più cose, ma segnava molto meno. Pelè ha fatto oltre 1.200 gol, più del doppio di Ronaldo e Messi, ma non è mai uscito dal Brasile, giocava quando la televisione era rara, i suoi gol erano leggenda, ma non li vedeva nessuno. Nella nostra immaginazione è rimasto un grande numero 10, dribbling e fantasia. Ronaldo è invece l’unico tra gli eroi a essere sempre stato un attaccante puro, conta solo negli ultimi 30 metri. Sotto questo aspetto Messi gli prende ancora qualcosa: ha una media gol più alta, 0,84 contro lo 0,72 di Ronaldo, ma ha 3 anni in meno, cioè Ronaldo sta segnando tantissimo, anzi di più, anche con l’età che avanza. Come tipo di gioco Messi è un isolato, un solitario, non ha paragoni. È un’eccezione, non ha fisico. Maradona era piccolo, ma aveva ottima struttura atletica. Messi è un centometrista degli anni 20 con lo sguardo da emigrante e la palla incollata ai piedi. La differenza di Ronaldo è forse più importante, Ronaldo è l’opposto, è un grande atleta che nonostante la potenza manda il pallone dove vuole. È un calciatore del futuro per visione e insistenza, come lo fu Cruyff 50 anni fa. Uomini nuovi, macchine formidabili, capaci di far crescere il proprio talento, non di abbandonarvisi. Cruyff era più universale nel gioco, era un leader, Ronaldo è un cacciatore di gol, pensa quasi solo a se stesso. Ma sono stati entrambi portatori eccezionali di modernità.