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 2018  giugno 17 Domenica calendario

Non vogliamo più il riso cambogiano

MILANO «La verità è che abbiamo finito di fare gli zerbini». Matteo Salvini non sembra affatto impressionato dagli innumerevoli fronti aperti in soltanto quindici giorni di governo. E anzi addirittura rilancia: «Dopo le navi delle ong, potremmo fermare anche quelle che arrivano nei nostri porti cariche di riso cambogiano. Io sono assolutamente a fianco della Coldiretti».
I toni più stridenti sono stati senz’altro quelli tra Roma e Parigi, ma l’esecutivo legastellato ha avuto frizioni anche con Tunisia, Malta, Germania e Spagna. E poi con la Nato e con gli Stati Uniti del pur elogiante Donald Trump, sul tema delle sanzioni alla Russia di Putin.
Ma appunto, il neoministro dell’Interno non si scompone: «Ho sentito il presidente Conte, e non mi pare affatto che si senta isolato. Semplicemente, stiamo conquistando un ruolo centrale che negli ultimi anni non abbiamo mai avuto...». Salvini ci pensa un istante e poi prosegue: «Prima ci usavano, neppure c’era bisogno di parlarci, con l’Italia: ci davano per scontati. Ora, che la musica sia un po’ cambiata lo hanno capito tutti. Tranne l’ong tedesca che si permette di dare del fascista al vicepremier italiano. Pazzesco...».
Eppure, al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno sarà importante darsi una strategia e stringere alleanze. Anche perché in gestazione c’è il cruciale trattato di Dublino sui migranti: «Dubito che la Francia farà gli interessi dell’Italia – osserva Salvini —. Io però in settimana ho parlato con il ministro dell’Interno francese e il vicepremier austriaco. E poi, sto per sentire i ministri di Belgio, Spagna e Polonia. Anche qui: non mi pare che l’Italia sia isolata. Mi pare che sia consultata». Il vicepremier leghista ricorda anche che «stiamo preparando la prima missione di alto livello in Libia e in prospettiva saremo anche in Tunisia e in Egitto». L’idea è sempre quella di creare degli hotspot «civili» nel Nord Africa «grazie ad accordi di alto livello che includano lo sviluppo di quei Paesi e delle loro infrastrutture. Oltre che ai mezzi di contrasto alla criminalità che specula sulle vite di chi cerca di attraversare il Mediterraneo». Inoltre, «al di là delle polemiche che ci sono state, siamo in contatto con gli ambasciatori di Malta, oltre ovviamente a quelli di Stati Uniti, Russia e Israele».
Ma non esiste il rischio che i toni leghisti complichino la collaborazione anche con partner tradizionali? «Toni leghisti? Io ho letto una nota dell’ottimo ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli che invita l’Olanda a far rientrare le navi Lifeline e Seefuchs. Mi pare che la nostra posizione sia condivisa». Insomma, dice Salvini, «si apre una stagione nuova. E nessuno lo dice con più soddisfazione di me che sono stato europarlamentare per nove anni con la sensazione nettissima che l’Italia non fosse ascoltata». Peraltro, aggiunge,«sul tema dell’immigrazione la Germania dimostra di comprendere il nostro punto di vista. Il ministro Seehofer dice “andiamoci piano” e l’Afd è molto più spinta di noi».
Il nuovo corso, ad ascoltare il ministro, non ha soltanto a che fare con l’immigrazione. Per esempio, al ministro all’Agricoltura Gian Marco Centinaio il Ceta, l’accordo commerciale tra Canada e Unione Europea, non piace affatto. Ma un Paese esportatore come l’Italia ha interesse a bocciare le liberalizzazione del commercio? «Il Ceta, tanto per cominciare, legittima l’italian sounding, la contraffazione dei prodotti italiani. Apre il mercato ai parmesan e alle mozzarille. E apre il mercato al grano canadese, sulla cui qualità è legittimo qualche dubbio». Lo stesso discorso vale anche per le carni «imbottite di ormoni» che provengono dall’area Mercosur. Ma un altro fronte sarà quello sulle cosiddette «etichette a semaforo», «quelle per cui tutta la dieta mediterranea è a semaforo rosso mentre la diet-coke è verde». Ma i toni più forti sono quelli nei confronti dei cereali asiatici: «Siamo assolutamente a fianco della Coldiretti. Siamo pronti a bloccare le navi cariche di riso asiatico».