Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  giugno 16 Sabato calendario

Così rifiorisce il giardino di Turner

Sono tornate a fiorire le rose nel giardino di Joseph Mallord William Turner, il più grande pittore romantico inglese. Non è stata un’impresa da poco. Quando nel 1812 cominciò a occuparsene, in un terreno acquistato di fronte alla casa in cui viveva, Sandycombe Lodge, a poca distanza dal Tamigi, stilò lui stesso una lista delle spese necessarie, di cui è rimasta traccia ai margini di uno dei suoi taccuini da disegno: «100 per le piante, 20 per il giardiniere, 40 per lo stagno». Due secoli dopo restava ben poco del piccolo cottage che si era disegnato e costruito da sé come rifugio dal rumore e dalla sporcizia di Londra, ma del giardino non restava più niente: tre anni fa al suo posto c’era il cortile di un’impresa edile. L’abitazione, lasciata in eredità dall’ultimo proprietario alla Fondazione Turner ma a quel punto talmente dilapidata da rischiare di essere demolita, ha subito un completo restauro che ha appena vinto il Riba London Award 2018, il premio del Royal Institute of British Architects. Per ricreare il giardino c’è voluta una donazione del Prince of Wales Trust, il fondo di beneficenza del principe Carlo, oltre a migliaia di ore di lavoro gratuito di appassionati volontari. Soltanto uno spicchio del giardino originale di Turner è sopravvissuto, ma ha permesso di fare crescere più di 150 specie di fiori e piante, incluse rose e altee, un’erbacea perenne, spesso coltivata a scopi ornamentali, identificabile in uno schizzo della proprietà vergato da un ignoto visitatore dell’epoca. Si sa che gli inglesi hanno la passione del giardinaggio. Sono altrettanto bravi a preservare la propria storia.
Due caratteristiche che, sotto l’attenta guida della consulente Ellen Bramhill, hanno vigilato affinché soltanto la flora esistente in quest’angolo della capitale al tempo di Turner venisse inclusa nella ricostruzione del giardino. Ora che è completato, riferisce il Guardian, la storica dell’arte Catherine Parry-Wingfield, presidente della fondazione che possiede la casa, lo definisce «l’unica opera tridimensionale di Turner».
Duecento anni fa, nel giardino zappava anche il padre dell’artista, William senior, il barbiere di Covent Garden che vide per primo il talento del figlio e lo spinse a continuare a dipingere. Il “pittore della luce”, come viene chiamato Turner, sarebbe soddisfatto del risultato. Casa e giardino, nel quartiere londinese di Twickenham (dove ora sorge lo stadio del rugby), sono aperti al pubblico dal mercoledì alla domenica.