La Stampa, 16 giugno 2018
Alitalia, lo stile cambia rotta. Nuove divise dopo le polemiche
Dal verde e rosso sgargiante delle precedenti divise a un più sobrio blu scuro, coi dettagli che rimandano ai colori tradizionali di Alitalia. L’ex compagnia di bandiera mette in mostra la nuova uniforme firmata dalla stilista Alberta Ferretti, che nel suo lavoro è venuta incontro alle richieste di hostess e steward. Presentata in apertura della settimana della moda a Milano, la divisa arriva dopo appena due anni dall’ultimo cambio deciso dai vecchi azionisti, e cioè dagli emiri di Etihad che avevano progettato un’uniforme colorata, ma calda e scomoda.
Ora la scelta dei commissari, fatta non certo per motivi estetici ma per creare serenità all’interno dell’azienda dopo le tensioni degli ultimi mesi dovute anche alle critiche degli assistenti di volo alle precedenti uniformi. A spiegarlo è la stessa Alitalia: «La nuova collezione nasce dall’esigenza di venire incontro alle numerose richieste provenienti dal personale». Il costo dell’operazione è di circa un milione, preso dal budget destinato ogni due anni alla sostituzione delle divise logore, utilizzato questa volta per la produzione delle nuove: la stilista – che si dice «molto orgogliosa» di portare «la creatività, l’eleganza e la qualità del nostro Paese nel mondo a bordo di Alitalia» – è stata pagata con uno scambio merci. Tra le novità annunciate dalla compagnia c’è inoltre l’apertura delle selezioni per la scuola di volo, che torna a formare giovani piloti: per il 2018 sono previsti 60 cadetti, che passeranno a 70 negli anni successivi.
Incertezza sul futuro
Al di là delle divise, quello che conta però è il futuro della compagnia ancora in cerca di un acquirente. C’è tempo fino alla fine di ottobre e la scelta spetterà al nuovo governo, che ha davanti tre offerte: Lufthansa, la cordata guidata da Easyjet e WizzAir. Se la scelta (che appare però poco probabile) dovesse essere quella di proseguire sui binari indicati dal precedente esecutivo la soluzione sarà dunque la tedesca Lufthansa. Altrimenti è possibile un’altra strada, e cioè che vengano coinvolti nell’operazione di salvataggio diversi imprenditori italiani che avrebbero l’appoggio dello Stato nell’acquisto della compagnia, grazie a soldi pubblici concessi dal governo Lega-M5S, eventualmente per mezzo della Cdp.
Da capire è anche se la terna di commissari (composta da Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari) nei prossimi mesi sarà la stessa che ha operato nell’ultimo anno. I Cinque Stelle hanno attaccato più volte Laghi, commissario anche dell’Ilva, dove peraltro potrebbe avere una proroga di altri tre mesi. È quindi possibile un rimescolamento delle carte ai vertici: Laghi gestisce però il commissariamento da un punto di vista procedurale e tecnico, in caso di sostituzione servirebbe dunque un profilo simile al suo. Di certo per decidere le sorti di Alitalia non c’è troppo tempo. Il prestito ponte da 900 milioni è già stato intaccato, seppur di poco, e permetterebbe ad Alitalia di volare almeno fino alla fine del prossimo anno.