il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2018
Kotel: così il Mossad si infilava nel letto di Sadat
Nome in codice, Kotel. Per anni la fonte più importante che il Mossad – il servizio segreto israeliano – ha avuto nel governo egiziano, l’acerrimo nemico. Si chiamava Ashraf Marwan; aveva sposato Mona, la figlia preferita del presidente Nasser nel 1966, e quando il testimone passò a Sadat, nel 1970, Marwan ne divenne consigliere fidato. Uno degli agenti di Tel Aviv disse che avere Marwan “era come infilarsi nel letto di Sadat”. Una vicenda che potrebbe apparire preistoria ma in realtà ancora oggi mai chiarita: Marwan aveva lavorato per il Mossad, o lo aveva ingannato?
In attesa di guardare il film che Netflixproporrà, dal titolo The Angel, per conoscere la storia raccontata da chi ha conosciuto Ashraf Marwan, c’è il libro La spia che cadde sulla terra, firmato da Ahron Bregman, docente al Dipartimento di War Studies del King’s College di Londra; lo storico, nel suo ruolo, aveva scoperto il ruolo di Marwan e l’egiziano chiese di incontrarlo. Da quel momento nacque un rapporto che durò fino al 27 giugno 2007 quando Marwan cadde – o fu lanciato – dal balcone del quinto piano del Carlton House Terrace, nella capitale inglese.
La guerra dei sei giorni (5-10 giugno 1967) fu uno dei passaggi su cui Israele costruì la sua fama: Egitto, Siria e Giordania avevano deciso un attacco simultaneo per cancellare lo stato ebraico, il risultato fu che non solo l’Idf sconfisse i nemici, ma si impadronì da vincitore della penisola del Sinai, della Striscia di Gaza, delle alture del Golan e di Gerusalemme est; Sinai e Gaza furono strappate all’Egitto di Nasser e lo smacco contribuì al declino del presidente. In questo contesto Marwan decise di diventare una spia. Cosa lo motivò? A voler cercare una spiegazione banale – spesso sono veritiere – Marwan non sopportava il suocero, che lo aveva sempre visto con sospetto. Oppure, Marwan per una volta voleva stare dalla parte dei vincitori. O ancora, Marwan era un doppio agente che aveva ingannato uno dei servizi più efficienti del mondo.
Morto Nasser, il nuovo presidente Sadat – sapendo quanto gli egiziani gli erano stati legati emotivamente – permise un salto di qualità a Marwan, accogliendolo al vertice. Al popolo egiziano, che non conosceva i veri rapporti fra Nasser e il genero, Sadat diede così l’idea di continuità al potere. Marwan, durante un viaggio a Londra, contattò l’ambasciata israeliana.
All’inizio il Mossad era titubante, si trattava di un walk-in agent; una spia che offre volontariamente di consegnare i segreti del suo paese. Spesso sono doppiogiochisti, usati come esche. Un sospetto che alcuni ufficiali israeliani rafforzarono quando Marwan avvisò il governo di Golda Meir alla vigilia della guerra dello Yom Kippur (1973), ma in modo impreciso, ritardando la reazione dell’Idf. Eppure ci sono azioni concrete, come quando la spia mandò a monte il piano del colonnello Gheddafi, concordato con l’Egitto, di abbattere un aereo della El Al mentre decollava da Fiumicino.
Poiché si tratta di storie di uomini e non di fiction, persino nell’efficiente Mossad ci furono sbavature: il nome della talpa trapelò alla Cia, e – come racconta Bregman nel libro – nonostante Marwan avesse insistito che solo il suo contatto (l’agente Dubi Asherov) doveva conoscere la sua identità, ad un incontro con un esperto di Tel Aviv di armi chimiche fu salutato con un cordiale “Arrivederci, signor Marwan”.
Bregman fu il solo israeliano con cui ‘Kotel’ ebbe rapporti dopo la fine dell’idillio con il Mossad; i due stavano lavorando a un libro di memorie. Marwan era stato al servizio di Israele o lo aveva raggirato? I due avevano il 27 giugno 2007 avevano un appuntamento ma il giorno prima, Marwan volò dal quinto piano. La polizia non parlò mai di omicidio. Fu il terzo caso di un egiziano, sospettato di avere rapporti con i Servizi, a cadere da un balcone a Londra; così morirono Leithy Nassif (1973) e l’attrice Soaud Hosny (2001). Ma queste sono altre storie. O forse no.