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 2018  giugno 16 Sabato calendario

Gli hedge fund americani tornano con prudenza a guardare l’Italia

Nell’alta finanza internazionale e anche americana comincia a serpeggiare un “sentiment” più incoraggiante sull’Italia. Cautela e scetticismo ancora abbondano. Ma i fondi hedge, nel recente passato protagonisti di scommesse negative sul Paese, sulle sue azioni e su suoi bond, appaiono adesso pronti a mostrare un maggior appetito per il rischio-Italy. Relativamente rassicurati da giudizi su un’economia che migliora e da previsioni che il Paese – nonostante il nuovo governo anti-establishment – non intenda lasciare l’eurozona. La scommessa, insomma, è che possano affermarsi condizioni di crescita e diminuiscano paure e incognite legate alla politica. L’interesse, in reraltà, è nutrito dalle stesse ondate di vendita che avevano colpito i titoli italiani nel periodo elettorale, con l’indice Ftse Mib tuttora in calo del 10% rispetto ai livelli precedenti il voto di maggio. Al contempo, i titoli decennali del Tesoro hanno a loro volta visto i rendimenti viaggiare ancora al 2,76% rispetto all’1,77% pre-elettorale. Qualche moderato ritorno di fiamma fa adesso capolino anche sui bond: H2O Asset Management, con asset in gestione per 18,7 miliardi, ha di recente raccomandato ai clienti con nervi saldi maggior esposizione ai Btp. Ma è l’azionario, in particolare, che viene guardato con progressiva attenzione dagli hedge. Tra gli specifici punti di forza presi in considerazione c’è un rapporto prezzi-utili pari a undici, uno “sconto” al confronto del multiplo di 15 dell’indice Euro Stoxx 50 dei principali titoli europei. Anche i titoli delle banche, in passato spesso nel mirino per il dilemma dei crediti deteriorati, hanno corteggiatori: Amber Capital, fondo focalizzato sull’Europa nato a Londra nel 2005 e con sedi a New York e a Milano, nelle ultime settimane ha comprato (accsnto a titol di Enel) azioni di Unicredit, Banco Bpm e Banca Popolare di Sondrio, stando a quanto rivelato il Wall Street Journal. LNG Capital ha a sua volta segnalato opportunità nei valori degli istituti di credito. Un altro fondo internazionale – BlueBay Asset Management controllato dalla canadese Rbc e specializzato in reddito fisso e investimenti alternativi – ha espresso complessivamente fiducia che gli spettri scatenati da ipotesi di “Italexit” siano stati eccessivi. 
L’andamento delle scommesse ribassiste sull’azionario – e in particolare sul settore finanziario italiano – offre la controprova della schiarita. Nell’insieme del mercato, calcolano JP Morgan e Datalend, le puntate negative appaiono scese al 4% dal 6,4% del 22 maggio. Per IHS Markit gli ammontari di titoli in prestito, barometro di short-selling, per i sedici istituti italiani più sotto pressione sono diminuiti a 2,8 miliardi di dollari dai 3,6 miliardi del 21 maggio.
Perplessità ancora restano e ritorni di ottimismo potrebbero rivelarsi fragili. C’è attesa per valutare la stabilità e capire la direzione esatta del nuovo governo guidato da Giuseppe Conte e della sua politica economica e fiscale. La prospettiva di volatilità viene da più d’un investitore ritenuta elevata. Anche le condizioni dell’economia, oltre che del debito, da alcuni sono tenute sotto osservazione con estrema prudenza. Mark Grant, chief global strategist di B. Riley FBR Inc. & Wunderlich Securities, è tra coloro che al momento non cambiano il loro pessimismo sull’Europa, e in particolare sull’Italia, quale terreno d’investimento per fondi americani e globali. «Credo siano ancora pochi gli investitori pronti a un ritorno – dice – È troppo presto ed è troppo difficile valutare le prospettive». Grant si considera un investitore conservatore intento a evitare troppi rischi.