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 2018  giugno 16 Sabato calendario

La macchina che scoprì il bosone sarà ancora più potente

I fisici del Cern a Ginevra compiono un altro passo che garantirà la supremazia mondiale nella ricerca della fisica delle particelle consentendo di affrontare i grandi enigmi dell’universo. Ieri sono iniziati i lavori per rendere il superacceleratore Lhc (Large Hadron Collider) ancora più potente rispetto a oggi. Sarà un intervento radicale alla fine del quale la grande macchina che ha permesso la scoperta del bosone di Higgs sarà in grado di vedere meglio ciò che succede quando i protoni si scontrano generando nuove particelle. L’acceleratore conquisterà l’«alta luminosità», come l’han-no battezzata, grazie al fatto che il miliardo di collisioni al secondo attuale fra i protoni aumenterà fino a sette volte consentendo di raccogliere una quantità di dati dieci volte maggiore. «In questo modo si apriranno opportunità per nuove scoperte – nota Fabiola Gianotti, direttore generale del Cern – perché misureremo in dettaglio le pro-prietà del bosone di Higgs ed esploreremo in profondità i costituenti fondamentali dell’Universo». Sarà infatti possibile esplorare l’esistenza di altre dimensioni, indagare la natura della materia oscura e il cuore profondo dei quark. La realizzazione dell’«High-Luminosity Lhc» è una nuova grande impresa condivisa dai numerosi scienziati dell’Istituto nazionale di fisica nucleare italiano. Le parti più lunghe di un chilometro dell’anello sotterraneo (che ne misura 27) saranno sostituite con altri elementi di altissima nuova tecnologia sviluppata sotto la guida del fisico Lucio Rossi che aveva anche diretto la costruzione della super macchina. Per due periodi l’ac-celeratore interromperà la sua attività ma quando nel 2026 si riaccenderà sarà l’inizio di una nuova avventura per la scienza.