Corriere della Sera, 15 giugno 2018
«Il supplente», Saviano e Maionchi volti noti in cattedra
L’idea è bella, non c’è che dire. L’insegnante è assente, arriva un bidello che annuncia: «Oggi il professore non c’è, state buoni che arriva il supplente». Qualunque evento capace di spezzare la quotidianità scolastica è accolto con favore dagli studenti, ma se il supplente è un volto noto, allora la curiosità e lo stupore dilagano.
«Il supplente», un factual ideato da Lamberto Ciabatti e Andrea Salomone (anche regista), e prodotto da Palomar, gioca appunto su questo effetto sorpresa (ai ragazzi è stato detto che le telecamere servono a riprendere una normale lezione. Adesso, però, tutte le scuole d’Italia saranno sul chi va là!). Proprio per questo, sono molto più interessanti le reazioni degli studenti che non le lezioni dei supplenti.
Inizia Roberto Saviano con i ragazzi della 5a C del liceo classico Giordano Bruno di Maddaloni, Caserta. Molti non sanno chi sia (non facciamo moralismi: liceo classico, lotta alla criminalità organizzata, Gomorra, tv…). Come al solito, Saviano si prende molto sul serio: «Capisci sempre che fare il professore è il mestiere più difficile e più rischioso della Terra. Per me è emozionante tornare a scuola, ogni volta che parlo di storia ai ragazzi ho la sensazione di dargli delle diottrie per capire il presente». Per fare bene questo mestiere non bisogna mai fare i guru, troppo facile!
Ha più successo Mara Maionchi con la 5a F del Liceo linguistico Artemisia Gentileschi di Milano. Dovrebbe tenere una lezione d’inglese, ma siccome è molto conosciuta (per via di «X Factor») può parlare di ciò che vuole. Gli studenti sono più interessati alla sua vita che ai contenuti di «Imagine» di John Lennon. La scuola e la tv. La prima forma (o dovrebbe formare), la seconda regala notorietà. In realtà, anche la tv insegna. Insegna che per esistere, per non sprofondare nell’anonimato, per essere riconosciuti è necessario apparire. Quanto all’essere…