La Stampa, 15 giugno 2018
La forza semplice della margherita dà armonia al giardino
Nella speciale wunderkammer delle Isole Borromee i colpi di scena sono così numerosi ed eclatanti che non sempre si riesce a prestare la dovuta attenzione anche alle «comparse», a quel sottofondo botanico che è alla base di una trama fitta, ripetuta e in buona parte stagionale. E che gioca un ruolo ben più importante di quanto si possa pensare, trasformando quell’eccezionale catalogo di rarità in un giardino armonico ed unitario. Che poi alle Isole anche i trait d’union siano tutt’altro che scontati è la riprova di una ricerca giardiniera davvero fuori dal comune e che grazie a Gianfranco Giustina, noto e sapientissimo capo giardiniere, conta variazioni sul tema pressoché uniche in Italia.
A lui si deve, tra tantissimo altro, un’inusuale e forse unica in Europa collezione di Argyranthemum, circa una ventina di varietà di margheritoni raccolti in altrettanti anni di lavoro e che ancora per qualche settimana cresceranno esuberanti e fioritissimi in vasi e aiuole. Fino a quando non verranno rimpiazzati da più prestanti fioriture estive. D’altronde loro hanno già dato: da marzo sino ad ora, indifferenti alle piogge incessanti e ai relativi marciumi, hanno visto andare e venire centinaia di viole. «Comparse» sì dunque, ma assolutamente insostituibili, una vera manna per i giardinieri, consentendo grazie alla loro lunga durata un rinnovo scalare delle aiuole ed evitando i vuoti così sgradevoli a cui la coltivazione delle annuali spesso condanna.
E dire che se non fossimo al nord potrebbero anche venire trattati come perenni, quali di fatto sono: gli Argyranthemum infatti non tollerano i grandi freddi e alle Isole vengono giustamente cresciuti come annuali. Questo il timetable: messi a dimora all’inizio di marzo danno ininterrottamente il meglio di sé fino all’inizio dell’estate, quando cominciano gradualmente a essere tolti. Alcune piante madri vengono però tenute, invasate e nomenclate, e in agosto si spiccano le talee. Giustina consiglia di ricavare «matite» di circa 4 cm di lunghezza e con l’eccezione di quelle sommitali togliere le foglie incise e argentate (da cui deriva il nome del genere). L’operazione è semplice, il risultato veloce e d’effetto, sole, buon drenaggio e moderate innaffiature sono sufficienti, eppure in Italia pochissimi le propongono: le margheritone sono da un pezzo fuori moda...
Non altrettanto può dirsi oltremanica, dove i cataloghi della Royal Horticoltural Society sono ricchi di cultivar e varietà. Tutte le specie di Argyranthemum provengono dalla Macaronesia, che è quell’insieme eterogeneo e selvaggio di arcipelaghi al di là di Gibilterra chiamati dagli antichi Isole dei Beati. Azzorre, Canarie, Madeira sono la loro patria: l’isolamento che dura da sempre (si dice infatti che mai siano state parte di un continente) ne ha fatto, come ben si sa, terra privilegiata delle teorie evoluzionistiche. Nei giardini di Portogallo, Francia e Inghilterra arrivarono presto, naturalizzandosi nelle zone più miti della costa, come è capitato nell’isola di Tresco al largo della Cornovaglia. La scelta è molto ampia, almeno nei vivai inglesi: uno dei più premiati è l’A. foeniculaceum Royal Haze, con margherite bianche e foglie argentate, luminose ed attraenti. Molte sono le varietà simili e non saprei con precisione identificare quella che cresce lungo la facciata a mezzogiorno del palazzo dell’Isola Madre: una fila lunghissima, dietro a cui si arrampicano i solanum anche loro a fiore bianco. Nel viale degli agrumi, sempre all’Isola Madre, cresce poi l’A. maderense, di un attraente giallo limone e iper-fiorifero, e qua e là in grandi vasi, all’Isola Bella come intorno alla vasca dell’Isola Madre, vengono coltivate varietà a fiore rosa pallido, semplice o doppio (proveniente questa dai vivai Noaro di Imperia). Sono piantate insieme all’agatea (Felicia amelloides) con le sue più piccole margherite color azzurro-pervinca, anche lei gelosamente custodita e moltiplicata anno dopo anno da Giustina e dai suoi giardinieri. Scelte intelligenti, simbolo di un modo antico di intendere il giardino, dove anche le proposte più d’effetto erano sempre il risultato di esperienza, professionalità e minute attenzioni...