La Stampa, 15 giugno 2018
BoomDaBash, l’estate con un’anima. “Le canzoni dovrebbero fare del bene”
Non esiste un algoritmo e neppure una ricetta segreta, eppure i BoomDaBash riescono a sfornare una hit dopo l’altra con naturalezza. L’ultima, Non ti dico no, con Loredana Bertè, da due settimane è la più trasmessa dalle radio e guadagna terreno nella sfida dei tormentoni dell’estate. Biggie Bash, Mr. Ketra (anche produttore), Blazon e Payà, che si confessano «pessimisti cronici», non si aspettavano tanto successo: «Sceglierlo come singolo è stata una scommessa, non è il classico pezzo estivo. Ma collaborare con Loredana è stata un’esperienza stupenda, una di quelle che si raccontano ai figli. Il reggae ha fatto da collante. Lei è stata pioniera di questo genere in Italia». Stavolta il compito più arduo per la band di origine salentina è stato selezionare i singoli, perché il nuovo disco Barracuda (che esce oggi) è una carrellata di canzoni super orecchiabili, anche grazie al tocco dei produttori multiplatino Takagi & Ketra (che da qualche anno non sbagliano un colpo: Roma-Bangkok, Vorrei ma non posto, L’esercito del selfie). Un album tutto da ballare, con messaggi forti.
Discorsi sociali
Dalla lotta al bullismo in Barracuda – con Jake La Furia e Fabri Fibra – al rispetto per l’amore omosessuale in Non ti dico no; dalla disabilità in The Blind Man Story – con Sergio Sylvestre – alla legalizzazione della marijuana in Maria, fino alla vicinanza alla propria terra in Gente del Sud con Rocco Hunt. «Da sempre portiamo avanti discorsi sociali. Nel 2018 l’omofobia non dovrebbe più esistere, purtroppo invece sopravvivono retaggi vecchi e stupidi. Per il brano sulla cannabis, invece, ci siamo ispirati a Io e la mia signorina, di Neffa, abbiamo voluto trattare l’argomento in modo ironico e scanzonato. Ogni artista, indipendentemente dal genere, dovrebbe utilizzare la musica per fare del bene, per migliorare la vita delle persone».
L’anima del Sud, evidente in tutto il progetto, si amalgama con quella più internazionale in Pon di Riddim, duetto con Alborosie. «Abbiamo realizzato un sogno. Era tanto che volevamo cantare con lui. L’anno scorso l’abbiamo accompagnato nel tour italiano e abbiamo scritto il pezzo fianco a fianco. Ci ha dato un sacco di consigli». La canzone più emozionante è quella con Sylvestre: «Lo conosciamo da molto prima di Amici. È una delle voci più belle d’Italia, da pelle d’oca». In quindici anni di carriera, tra sacrifici e difficoltà (poco prima dell’uscita del disco d’esordio subirono un furto e furono costretti a chiedere un prestito per rifare tutto da zero), i BoomDaBash hanno saputo conquistarsi un posto nel panorama musicale: «Abbiamo cercato di raggiungere i nostri obiettivi con determinazione e lealtà, ma come i barracuda, quando c’è stata occasione di mostrare i denti l’abbiamo fatto. Siamo felici di aver fatto arrivare il reggae a più orecchie possibili». Ora che si ritrovano nel mainstream, comunque, assicurano di «continuare con la stessa umiltà ed energia». Lo dimostrerà il tour, che partirà il 23 giugno da Bari. Sul palco verranno affrontati temi di attualità, a partire dal dramma dei migranti: «Ci vergogniamo un po’ dell’immagine che stiamo dando al mondo. Non è un discorso politico, ma etico e morale. L’Italia deve trovare il modo per collaborare con gli altri Paesi».