Ma la presenza di Coppola sarà più forte che mai durante il festival del Cinema Ritrovato in programma dal 23 giugno: verranno infatti presentati due classici del cinema, Tucker — Un uomo e il suo sogno (1988) di Coppola e Mishima — Una vita in quattro capitoli (1985) di Paul Schrader, appena restaurati dall’American Zoetrope, la compagnia dell’autore di Apocalypse Now e Il padrino, insieme alla Criterion e la Cineteca di Bologna. Due film particolarmente cari a Coppola, 79 anni, soprattutto Tucker, da lui stesso diretto — e prodotto con George Lucas — fotografia di Vittorio Storaro, con Jeff Bridges nel ruolo del geniale e ribelle inventore di automobili che nel 1948 era stato schiacciato dai giganti dell’industria automobilistica distruggendo il sogno di una auto rivoluzionaria.
Perché crede che dopo tanti anni “Tucker” e “Mishima” siano ancora rilevanti?
«Premetto che sono due film quanto mai differenti, davvero non hanno niente a che fare uno con l’altro. Eppure condividono una certa “impraticabilità” che li rende entrambi eccentrici a loro modo. Mishima è più “artistico”, Tucker più “pragmatico”. Ma le rispettive eccentricità, dei protagonisti intendo, sono centrali alla loro tematica. Mishima non ha alcuna paura a sfidare le norme e il concetto di proprietà, mentre Tucker si comporta ed è strutturato come l’automobile che aspira a creare».
Ha seguito personalmente il restauro delle due pellicole?
«Ho seguito il restauro da vicino, essendo stato effettuato in gran parte dall’American Zoetrope.
Quello che mi rende più orgoglioso è che abbiamo tirato fuori il negativo originale per la prima volta, lo abbiamo scansionato in 4k e adesso mostriamo al pubblico questi film nel migliore dei modi, davvero nello splendore del 70mm, come si diceva una volta».
Che rapporto ha con la Cineteca di Bologna e col festival del Cinema Ritrovato?
«Del festival di Bologna mi attrae la sua reputazione: ama la storia del cinema e rende onore al lavoro di restauro. Per noi il fatto di avere questi due film selezionati per il festival è un grande onore.
È un bellissimo punto di partenza per la riscoperta nel mondo di questi due piccoli capolavori».
Come sarebbe il personaggio di “Tucker” oggi? Simile a Elon Musk e alla sua Tesla?
«Era un visionario, sì, come è Musk oggi, ma senza le finanze e gli investimenti e l’iperbole di Wall Street e dei social che dominano oggi con la Tesla.
Volevo raccontare la storia di Tucker da quando ero bambino. Mio padre (Carmine Coppola, ndr) amava le innovazioni meccaniche, ma essendo un musicista di New York, le innovazioni che a lui interessavano maggiormente erano il registratore a nastro o la televisione. Ma papà era capace di fiutare un’innovazione anche fuori dal suo campo di competenza. E infatti la cosiddetta “automobile del futuro” di Tucker fu proprio lui a farmela scoprire. Papà mi portò a una fiera dell’auto, e vedemmo una Tucker dal vivo.
Un’illuminazione. Papà investì in quella compagnia e versò un anticipo per una Tucker.
Ma la macchina non arrivò mai.
Tucker era stato sconfitto dalle tre major automobilistiche, Ford, General Motors e Chrysler.
Io chiedevo sempre a papà: “Quando arriva la nostra Tucker?”. Non arrivò mai. Vissi tutto ciò come una tragedia familiare. Per questo molti anni dopo ho voluto raccontare questa storia. L’innovazione tecnologica, la visione d’avanguardia, la sfida all’establishment e al capitale: sono temi sempre interessanti per me».
Lei è oggi interessato a automobili e design, a macchine ibride o elettriche?
«Io ero un bambino scienziato, ancora oggi mi considero un bambino scienziato, e come tale sono affascinato da innovazioni tecnologiche... quindi sì, seguo sempre tutto con attenzione e spero sempre che arrivi il nuovo Tucker rivoluzionario».
E il restauro delle pellicole cinematografiche?
«I film sono una risorsa preziosa in genere, e hanno il potere di ispirare giovani cineasti.
Penso che sia di fondamentale importanza preservare e restaurare la nostra eredità artistica — il cinema in questo caso — come mezzo per aiutare il cinema del futuro. Quando vedi un film meraviglioso ti viene voglia di fare un film meraviglioso! Non è cosi’? E speri che questo film duri nel tempo, magari per l’eternità».
Mister Coppola, da italoamericano sta seguendo la nostra situazione politica e il nuovo governo?
«Per quanto la nostra politica americana attuale sia assolutamente folle, quella italiana mi sembra ancora più pazza! Al punto da essere irrilevante. Per esempio perché parlano dell’uscita dall’euro?
Lo sanno che è al di fuori di ogni discorso logico, razionale e legale?».