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 2018  giugno 15 Venerdì calendario

Vegetariani grillini contro carnivori leghisti

Più che l’euro, l’immigrazione o la giustizia, sarà la bistecca a intossicare la Lega carnivora e il Movimento 5 stelle vegetariano. Già oggi a Torino, la città di Chiara Appendino, che è la sindaca vegan friendly, un Matteo Salvini al sangue parteciperà al piemontesissimo Bistecca Day – ‘ l dì dla cutletta – indetto dalla Coldiretti come, nientemeno, «rivincita della stragrande maggioranza silenziosa degli italiani mangiatori di carne». Con l’impazienza dell’abbrustolita, la sindaca Appendino, che venne eletta e raccontata come vegana, dopo avere introdotto nelle mense scolastiche la dieta vegetariana si è via via ricomposta in una più generica saggezza nutrizionale, che oggi la mette al riparo dal fondamentalismo animalista nella città – Augusta Taurinorum – che ha il toro per simbolo comunale ( c’è anche nello stemma della Juve) perché era appunto abitata dal popolo dei Taurini. E siamo nella regione della fassona, degli agnolotti, della tartare e del bollito misto con salsa giallo- verde, vale a dire senape grillina e “bagnetto” leghista, a riprova che i colori dei sapori non sono innocenti e che il cibo è la continuazione della politica con altri mezzi: «Odio il kebab, mangio Gesù», canta il rapper Tosse Grassa; e Casa Pound ha aperto a Roma un ristorante di cucina autarchica: fettuccine allo Strapaese. Dunque la Coldiretti ci informa che oggi a Torino, per far meglio rosolare la sindaca vegetariana, «alla maxigrigliata da record, con bracieri, spiedi accesi, tutor della carne, agrichef» ci sarà anche il ministro dell’Agricoltura Centinaio, che di Salvini è il compagno di merende a base di orsi e caprioli arrostiti sulle braci di Pontida. E che il generale Costa, ministro dell’Ambiente, prometterà che nella virilissima mensa degli italiani «l’Europa non farà più arrivare sottobanco – come ha sparato Salvini – le migliaia di tonnellate di carni sudamericane gonfie di ormoni». L’annuncio così saignant della Coldiretti ha ovviamente spaventato la stessa Coldiretti non appena abbiamo telefonato noi: «Ma no, ci sarà anche l’orto, e tanti bimbi in groppa agli asini...», ci ha detto Bruno Rivarossa, direttore regionale. «E ci sarà anche la sindaca perché il Villaggio della Coldiretti non è fatto solo di carne ma di tutti i sapori antichi della tradizione». Di sicuro, sulla carne, la Coldiretti sposa il linguaggio della Lega: «Sarà la prima operazione di verità contro gli allarmismi infondati, le provocazioni e le campagne diffamatorie, in difesa del 95 per cento degli italiani». Contro i vegetariani, la Lega ha fatto ogni genere di campagna, ed è del mese scorso l’ultima aggressione in un ristorante di Milano: «Ma che m... mangiate, fate schifo», e giù botte. Per Salvini il cibo vegano non è sexy né maschio, benché esista un’estrema destra vegetariana (a partire da Hitler) oggi rimossa. E ovviamente anche in cucina la Lega è sovranista. Salvini ha pure promesso nuove leggi a favore della caccia che vorrebbe sregolare portandola alla sparata continua, al servizio dell’industria dei fucili con l’ipocrisia del riequilibrio del sistema florofaunistico e nel mito dell’uomo e la bestia, mors tua vita mea, l’uomo guerriero che acchiappa gli uccelli per le penne e le donne per i capelli. Dall’altra parte i grillini impastano la sensibilità vegetariana con il complottismo degli ingredienti anche vegetali: il grano con la muffa, il glifosato, le patate liofilizzate... Se spulciate i loro disegni di legge trovate, fra le stramberie, molti animalismi: il deputato Paolo Bernini voleva vietare la festa della Madonna delle galline di Salerno, la deputata Chiara Gagnarli propose di proibire l’uso degli animali anche nei circhi, mentre Loredana Lupo voleva punire «il compimento di atti sessuali con animali da parte di esseri umani». Il filosofo antispecista più alla moda, pubblicato da Einaudi, è Leonardo Caffo che predica «il superamento della presunta superiorità dell’umano sulle altre forme di vita». La guerra di Salvini a tutto questo comincia così: «Mi sembrava una cotoletta normale e invece era seitan, un impasto vegetale a base di glutine di frumento, mi dicono. Per la prima volta l’ho assaggiato. Confesso: è stata anche l’ultima. Non sapeva di niente!!!!! Saluti vegani». È vero che quella che si apre oggi a Torino sembra la guerra di Gassman-Brancaleone che si aggira tra mattoidi di ogni genere, ma lo scontro tra la bistecca di Salvini e il seitan di Appendino potrebbe davvero mettere la Lega e i Cinque stelle ai ferri (corti).