Corriere della Sera, 9 giugno 2018
Riforme, tagli, sacrifici (e scioperi): così Atene si è salvata
Dopo 8 anni di crisi, Atene si prepara a voltare pagina. Il prossimo 20 agosto la Grecia uscirà dal programma di salvataggio, il terzo – per 240 miliardi di aiuti complessivi – dal 2010, quando è cominciata la spirale che non solo ha rischiato di fare uscire Atene dalla zona euro, ma ha contagiato i Paesi più vulnerabili – Italia, Spagna e Portogallo – spingendo la Banca centrale europea a intervenire per fermare gli attacchi speculativi.
All’austerità imposta dalla Troika (Commissione Ue, Fmi e Bce) in cambio dell’ultimo pacchetto di aiuti, i greci hanno detto no con un drammatico referendum nell’estate del 2015, ma poi il governo di sinistra radicale, guidato da Alexis Tsipras, ha accettato tutte le condizioni. Riforma delle pensioni, drastici tagli alla spesa pubblica, dagli stipendi statali alla sanità, e un massiccio programma di privatizzazioni, inclusa la vendita di porti e aeroporti. Misure severe che hanno fatto parlare di crisi umanitaria, spingendo oltre mezzo milione di persone (su meno di 11 milioni di abitanti) a lasciare il Paese. A dispetto di numerosi scioperi generali e manifestazioni, il governo ha tenuto fede agli impegni e le tranche di aiuti sono continuate ad arrivare. Anche se proprio ieri l’Esm, il meccanismo europeo di stabilità, ha deciso di ritardare il pagamento di un miliardo, in attesa che Atene adempi a tutte le condizioni per il finanziamento.
Oggi però il rischio Grexit è alle spalle. Nel primo trimestre il Pil greco è salito del 2,3%, il valore più alto da un decennio, mentre per il 2018 si stima una crescita del 2%, rispetto all’1,4% del 2017. L’export è aumentato del 9,5% rispetto a un anno fa, mentre l’import è diminuito (-2,7%). Le maggiori agenzie di rating – Moody’s, Standard & Poor’s, Fitch e Dbrs – hanno alzato il merito di credito sovrano di Atene, che ha ripreso a finanziarsi sul mercato dei capitali. Gli investimenti stranieri sono tornati. E i bond greci a 9 mesi, per la prima volta, giovedì offrivano un premio più basso (0,75%) degli equivalenti Bot italiani (0,79%).
Per il 2019 Tsipras si è impegnato ad abbassare la soglia dell’imposta sui redditi e a tagliare ancora le pensioni. Ma l’Unione Europea chiede altre riforme e nuovi sacrifici nel negoziato in corso prima di alleggerire il debito di Atene, che a fine 2017 ammontava a più del 178% del Pil, mentre la disoccupazione resta sopra il 20% e i bilanci delle banche elleniche sono appesantiti da 115 miliardi di crediti deteriorati.