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 2018  giugno 08 Venerdì calendario

NON SOLO WATERGATE! – “RICHARD NIXON PICCHIÒ LA MOGLIE ALMENO IN TRE OCCASIONI” – AD ANNI DI DISTANZA SEYMOUR HERSH, GIORNALISTA PREMIO PULITZER, RIVELA IN UN NUOVO LIBRO LA STORIA CHE NEL 1974 DECISE DI TACERE - “ALL’EPOCA NON AVEVO CONSIDERATO ERRONEAMENTE IL CASO COME UN CRIMINE…” -

«Almeno in tre occasioni Nixon picchiò la moglie. All’epoca non scrissi nulla perché, erroneamente, non avevo associato quel comportamento a un crimine». Sono passati anni da quando Richard e Pat Nixon sono morti. Eppure quelle voci che circolavano sul comportamento violento dell’ex presidente tornano a riecheggiare dal passato.

Questa volta a puntare il dito contro di lui è il giornalista vincitore del premio Pulitzer Seymour Hersh che, nel suo nuovo libro “Reporter”, racconta di quel 1974, anno funesto per Nixon non solo per aver dovuto lasciare la Casa Bianca, ma anche per le voci che cominciarono a girare pochi giorni dopo il 9 agosto, la data in cui lasciò la presidenza e si ritirò nella casa al  mare di San Clemente, in California.

Hersh ha raccontato che poche settimane dopo fu contattato da una fonte di un ospedale vicino che gli comunicava che l'ex first lady era stata curata nella struttura per le ferite inflittele da suo marito.

«Ha detto ai dottori che suo marito l'aveva colpita. Posso dire che la persona che mi ha parlato aveva informazioni molto precise sull'entità delle sue ferite e sulla rabbia del medico del pronto soccorso che l'ha trattata» ricorda Hersh nel suo nuovo libro. Il giornalista, che all'epoca lavorava nell'ufficio di Washington DC del “New York Times”, approfondì la storia, raggiungendo l'ex consigliere degli affari interni di Nixon, John Ehrlichman, per avere un parere.

«L'ho chiamato e gli ho detto, con più dettagli di quelli che sto scrivendo qui, di quello che era successo a Pat Nixon a San Clemente. Ehrlichman mi colpì dicendo che sapeva di altri due precedenti: la prima volta risaliva ai giorni successivi alla sconfitta per la corsa a governatore della California nel 1962.

La seconda volta la picchiò durante gli anni trascorsi alla Casa Bianca».

Nonostante avesse ricevuto conferma da almeno un confidente di Nixon, Hersh decise di non scrivere la storia in quel momento e di non dire nulla nemmeno ai colleghi.

«Il problema era la fusione tra vita privata e vita pubblica: avrei parlato delle botte se avessero interferito nella politica, ma non c'erano prove di un tale legame.

Negli anni, quando ho rivelato ciò che sapevo, sono rimasto scioccato dalla rabbia che la mia decisione aveva generato tra le donne, che mi hanno fatto notare che non avevo denunciato un crimine. Tutto quello che posso dire era che all'epoca, nella mia ignoranza, non avevo considerato il caso come un crimine».

Questa non è la prima volta che storie simili emergono su Nixon. Il giornalista Anthony Summers ha dichiarato nel suo libro pubblicato nel 2000 "L'arroganza del potere: il mondo segreto di Richard Nixon" di aver sentito parlare di almeno "tre presunti episodi di violenza" dalle sue fonti. 

All'epoca la figlia di Nixon, Julie Nixon Eisenhower, pubblicò una dichiarazione negando con veemenza le accuse. 

E oggi la Richard Nixon Foundation ha respinto anche quelle di Hersh: «Le accuse sono state negate con forza ed enfasi dalla famiglia Nixon quando apparvero in un altro libro diciotto anni fa. 

Non sono altro che pettegolezzi e notizie non plausibili, provenienti da fonti anonime o tendenziose, confezionate per attirare pubblicità e vendere libri».