Avvenire, 8 giugno 2018
Rocati, il bitcoin del mattone che parla italiano
Si chiama “rocati” ed è una criptovaluta presente sul mercato da marzo. Secondo i suoi promotori è destinata a rivoluzionare il settore immobiliare rilanciando il comparto dell’edilizia in crisi da almeno un decennio. Ma lo scopo principale della moneta virtuale, nata dall’intuizione di Emanuele Pinzi, un ingegnere edile bolognese di 29 anni specializzato in architettura di interni negli Stati Uniti, sarebbe quello – socialmente rilevante – di sostenere famiglie e giovani coppie nel gravoso compito di acquistare o ristrutturare una casa.
Come funziona? Lo spiega Mario Pinzi, padre dell’inventore del “progetto rocati” e presidente onorario della società che gestisce il fondo (capitale iniziale, 45 milioni di euro) su una piattaforma online: «Chi vuole comprare o riadattare un appartamento può rivolgersi a una delle agenzie Itarco, il nostro braccio operativo, presenti sul territorio nazionale: effettuata la scelta dell’immobile o valutata da una équipe di esperti l’entità dei lavori di risanamento da apportare alla struttura riceverà un finanziamento in rocati pari al 100% del suo valore senza bisogno di fidejussioni da parte di genitori o di altri soggetti: la trasparenza delle operazioni è garantita da un software attraverso il quale il notaio potrà registrare il rogito, normalmente stipulato, sulla blockchain della moneta». I vantaggi? «Chi compra usando rocati (il cui valore unitario equivale a un euro) sa che il suo apprezzamento è legato solo alle transazioni immobiliari e non alla speculazione e questo rappresenta un “mattone di sicurezza” su cui potrà poggiare il proprio futuro in serenità». Niente a che fare dunque, nelle intenzioni, con l’evanescenza di bitcoin, ethereum o litecoin, monete virtuali soggette a bolle finanziarie e a scambi che possono diventare facilmente pericolosi per i piccoli risparmiatori. Ma quali sono le garanzie richieste dal venditore? Facciamo il caso di un contratto che comporta una rata mensile di ammortamento del mutuo (anzi del prestito, perché non è previsto l’intervento delle banche) di 600 euro per una durata di 30 anni: è necessario un reddito di almeno 1800 euro al mese per ogni coppia, ovvero un terzo della somma da pagare a scadenza fissa. «E non verranno chiesti anticipi» aggiunge Pinzi. All’agenzia va una provvigione del 3% sull’importo della compravendita, come previsto dalla legge sulle mediazioni immobiliari. «La nostra società – precisa il presidente – garantirà il credito attraverso un compromesso volturabile, una forma di rent to buy che rende la casa inattaccabile eliminando peraltro anche gli oneri del-l’affitto: questa procedura mette al sicuro le risorse finanziarie dell’acquirente, assicurandogli il pieno godimento del bene acquisito».
Niente rischi allora per chi compra o vende una casa pagando con i rocati? È troppo presto per dirlo. Non esistono ancora riscontri concreti. Il meccanismo, del tutto nuovo, dovrà consolidarsi nel tempo. Va anche detto che la rete delle agenzie Itarco è ancora da costruire: dopo la sede di San Lazzaro di Savena (Bologna) dovrebbero sorgerne altre a Verona, Milano, Torino e Roma. Sarà necessario inoltre vedere le reazioni del sistema bancario all’iniziativa che esclude, o comunque limita fortemente, il ruolo degli istituti di credito in questo campo. Nel 2017 il valore delle transazioni immobiliari è stato di 118 miliardi di euro con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente.