Avvenire, 8 giugno 2018
Cos’è e cosa fa Cassa Depositi e Prestiti, in breve
La Cassa Depositi e Prestiti è, fin dai tempi della sua trasformazione in società per azione nel 2003 ad opera dell’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti, il vero ’braccio armato’ del governo italiano in campo economico-finanziario. E questo spiega perché ilcontrollo di Cdp attraverso le nomine ai suoi vertici nella persona del presidente e dell’Ad sia da qualche anno la cartina di tornasole dell’equilibrio dei poteri ai piani alti della politica e della finanza nazionale. Il capitale della Cassa, infatti, è controllato dal Mef con oltre l’82,7% e le quote restanti sono suddivise fra sessanta fondazioni bancarie, la cui coesione è stata assicurata finora dall’Acri.
Cdp, la cui forza patrimoniale con un attivo di 415 miliardi di euro si basa sulla raccolta dei libretti postali, oggi detiene un insieme di partecipazioni strategiche in grandi aziende para pubbliche, molte delle quali quotate: il 25,7% di Eni, il 35% di Poste Italiane, il 29,8% di Terna, il 30,1% di Snam, il 26% di Italgas, il 71,6% di Fincantieri, il 12,5% di Saipem, il 20% circa di Bf e il 16,8% di Trevi Finanziaria Industriale. Ci sono poi partecipazioni in non quotate come Sace e Fintecna e i bracci operativi di altri investimenti come Cdp Equity (presente nella banda larga col 50% di Open Fiber), Cdp Reti, Cdp Immobiliare, Fondo Italiano d’Investimento, Fondo Italiano per le Infrastrutture e altri fondi di private equity. Tuttavia molte delle ultime operazioni finanziarie della Cassa si prestano a fraintendimenti, come ad esempio quando recentemente la Cdp si è schierata a fianco del fondo speculativo Elliott comprando il 5% di Tim e mettendosi di traverso ad un azionista industriale come la Vivendi di Vincent Bolloré che nell’ex monopolista pubblico ha investito 4 miliardi. Il tutto per spingere Tim a scorporare la rete e preparare così un matrimonio con Open Fiber. Per non parlare della possibilità che, in assenza di compratori, la Cassa intervenga anche sul dossier ancora aperto di Alitalia in una chiave di ri-nazionalizzazione della compagnia aerea.
Il rischio che Cdp diventi un nuova Iri è già realtà. Del resto nel 2017 le risorse mobilitate dalla Cassa, pari a 33,7 miliardi, sono aumentate di circa il 20% rispetto all’anno prima, per un totale di investimenti attivati pari a 58 miliardi. Basti pensare che Cdp ha finanziato per 6,3 miliardi enti pubblici e opere nel settore infrastrutturale, dei trasporti e delle telecomunicazioni; per 9 miliardi le imprese, finanziando l’innovazione, sostenendo il sistema produttivo nazionale, anche nei territori colpiti dalle calamità naturali; ha favorito le esportazioni italiane all’estero per 3,4 miliardi senza dimenticare i 200 milioni per promuovere il social housing e la valorizzazione degli immobili pubblici. Il tutto anche con buoni risultati economici visto nel 2017 che l’utile netto consolidato della Cassa è stato di 4,5 miliardi rispetto agli 1,2 miliardi dell’anno prima.