Corriere della Sera, 8 giugno 2018
Il giallo dell’arma sonora cinese contro i diplomatici americani
C’è un’arma acustica puntata contro il consolato americano di Canton? E se fosse vero, quale sarebbe lo scopo di tenere sotto tiro il personale diplomatico? Tutto è cominciato un mese fa, quando a un membro dello staff americano nella città cinese è stata diagnosticata una «lieve ferita cerebrale». L’uomo, del quale non è stata rivelata l’identità, aveva accusato per un anno, a partire dalla primavera del 2017, sintomi difficili da interpretare: «Sensazioni sonore e di pressione sottili e vaghe ma sicuramente anormali». Il paziente disse di aver cominciato a sentirsi male dopo aver percepito dei suoni strani. Ora il Dipartimento di Stato di Washington sta evacuando alcuni diplomatici e i loro familiari da Canton dove si sono registrati altri episodi sospetti di «sindrome acustica».
Il mistero ricorda quello di Cuba nel 2016, quando 24 diplomatici americani furono ritirati dopo aver accusato ronzio persistente alle orecchie, perdita dell’udito, capogiro, vertigini, emicrania, appannamento della vista, stanchezza inspiegabile. Washington accusò L’Avana di aver usato un dispositivo a infrasuoni o a ultrasuoni e per rappresaglia espulse 15 diplomatici cubani. Ma nonostante molte ricerche scientifiche da parte di diverse università negli Stati Uniti e l’indagine condotta dall’Fbi l’esistenza di una «pistola sonica» usata deliberatamente dai cubani non è stata mai provata. Il governo dell’isola smentì qualsiasi coinvolgimento.
Ora il caso sembra ripetersi in Cina, sempre avvolto da dubbi e smentite. Mark Lenzi, un diplomatico in partenza da Canton con moglie e figlio, ha riferito al Washington Post di aver cominciato a sentire suoni strani nell’aprile del 2017, rumori che somigliavano a quelli prodotti dal rotolamento di biglie di ferro che producessero scariche di elettricità statica nel suo cervello. Pochi mesi dopo Mr. Lenzi, la moglie e il bambino hanno avuto forti mal di testa ricorrenti. Un dettaglio allarmante: il primo diplomatico «ferito dai suoni» a Canton abitava nello stesso palazzo, era il suo vicino di pianerottolo; Lenzi al consolato era responsabile della sicurezza interna e per questo ruolo pensa di poter essere stato un bersaglio.
Il Dipartimento di Stato non ha rivelato quanti membri del consolato di Canton siano stati colpiti («un certo numero» ha detto un portavoce), ma questa settimana un altro dipendente è stato evacuato con la famiglia per «sintomi neurologici». Anche loro avevano descritto le sensazioni sonore alle quali si erano sentiti esposti come scariche elettrostatiche, sfregamento di superfici metalliche, addirittura canto di cicale fuori stagione.
I disturbi cerebrali sono stati rilevati, ma resta da stabilire se siano stati causati da attacchi sonori deliberati. Altre teorie sollevate dopo il caso cubano includono esposizione a tossine o il cattivo funzionamento di apparecchiature per spionaggio che avrebbero emesso accidentalmente ultrasuoni. Qualcuno ipotizza anche fenomeni di autosuggestione dovuti alla difficoltà per gli americani di lavorare in Paesi come Cuba e Cina, sospettati di azioni ostili. Il Segretario di Stato Mike Pompeo però dice che i sintomi denunciati dal primo diplomatico di Canton «sono molto simili e coerenti con quelli registrati a Cuba». Per questo Pompeo ha inviato un team medico nella metropoli cinese, pur guardandosi dall’accusare la Cina. Il ministero degli Esteri di Pechino sostiene di non aver trovato alcuna anomalia nella zona dove sorge il consolato americano e intorno alle palazzine di lusso dove abita il personale e dove tra l’altro risiedono anche diversi cinesi ad alto reddito.