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 2018  giugno 07 Giovedì calendario

AL TALK CI VADO DA SOLO – GAIA TORTORA RANDELLA I GRILLINI: “O PARTECIPANO AL DIBATTITO O NE FACCIAMO A MENO” – CONDUTTORI IN RIVOLTA CONTRO IL ''CODICE ROCCO'' (CASALINO), CHE CHIEDE L’ASSOLO ANCHE PER I DEPUTATI DI SECONDA FILA – FORMIGLI: “ERA LO STESSO CON IL PD. ANCHE MARTINA NON VOLEVA ALTRI” –FRECCERO: “È UN MECCANISMO DI AUTODIFESA, MA ORA CHE SONO AL POTERE…” -



1 – POLITICI IN TV, RIVOLTA DEI CONDUTTORI. TORTORA (LA7): STOP A GRILLINI E LEGHISTI CHE RIFIUTANO IL CONTRADDITTORIO. FORMIGLI: ANCHE MARTINA CI HA PROVATO Michela Tamburrino per la Stampa

Ha scoperchiato il vaso di Pandora Gaia Tortora e ne è uscita tutta la maleducazione politica nei confronti dei talk show. Viziati e con atteggiamenti divistici, i politici non gradiscono il contraddittorio, pretendono contraffaccia morbidi e, fanno scuola i Cinque Stelle, vogliono l' assolo non solo per le teste di serie, ma anche per le seconde file.

E se Gaia Tortora a Omnibus su La7 ieri ha detto chiaro e tondo che a queste condizioni se ne possono restare a casa loro e che le regole d' ingaggio nel suo programma le detta lei e basta, anche Mentana che sempre ieri ha visto il suo inviato Paolo Celata rimbalzato dal neo ministro Savona, risponde: «A buon rendere».

È il tentativo dei politici di addomesticare i talk show oppure la mancanza di carisma che porta leader e non solo a chiedere che non ci siano contraddittori? Se non è rivolta, per i conduttori è presa di coscienza che qualcosa va cambiato.

Oramai è entrato nell' uso comune il «Metodo Casalino» che chiude le ospitate e a pochi minuti dal programma, chiama per dire che il politico non va, a meno che non sia solo. Panico, e pur di portare a casa la trasmission e, ci si piega.

I consigli dei big Bruno V espa dall' alto del suo «Porta a Porta», commenta, dopo aver citato l' incontro Molteni-Marcucci: «Tutto è cominciato dopo le elezioni e per due mesi è andata avanti così. E io sono quello che ha ceduto per ultimo, ma sono stato anche il primo a ripristinare il confronto, dalla scorsa settimana. Prima o poi gli M5S capiranno che conviene anche a loro il contraddittorio. Soprattutto quando si governa è salutare, è il sale della democrazia».

Convinto che non si debba concedere il diritto di esclusiva, Enrico Mentana però dice che è invalso da tempo. «Il talk ha più generi, uno di quelli è il faccia a faccia. Ma l'imposizione non esiste e chi l' accetta ha già piegato il capo.

Non più di dieci giorni fa, ho avuto Giorgetti contro Calenda senza problemi. Ma non consideriamo l' intervista singola come un monologo. Sarebbe un' offesa per noi».

Bianca Berlinguer registra a «#Cartabianca» lo stesso problema: «Sono molti quelli che chiedono solo giornalisti e non altri politici, per questo noi abbiamo la formula del faccia a faccia. Ma è una brutta abitudine che sta prendendo piede.

Prima c' erano i talk infuocati adesso è tutto drogato, dopo 89 giorni di crisi nei quali la situazione cambiava ogni cinque minuti, adesso bisogna tornare alla normalità con contraddittori civili».

«Lo accetto dal premier» C orrado Formigli alla guida di «Piazzapulita» dice: «Le richieste dei pentastellati sono le stesse dei big degli altri partiti. E quando non ci sono altre voci io faccio il contraddittorio, duro, pagandone lo scotto.

Noi mettiamo una pezza con filmati e inchieste che creano il cortocircuito di cui si giova il telespettatore. Renzi, Boschi, Berlusconi volevano il confronto? No. Martina non è venuto perché non voleva altri».

Anche Massimo Giletti a «Non è l' arena» tenta la strada del confronto, che è «una regola valida per tutti, una strada fondamentale. A maggior ragione per chi è oggi al potere. Ne va della correttezza di tutti, perchè sta a noi garantire la pluralità per il pubblico che sta a casa».

Dice bene Nicola Porro che a «Mixer» ha avuto di queste richieste: «I politici, soprattutto pentastellati, si sono abituati a Facebook, accendono la telecamera e parlano, fanno tre milioni di visualizzazioni e sono contenti senza sapere che lì vengono visti solo dai loro, in televisione possono allargare la platea.

Io posso accettare che un premier faccia richieste, ma quando si passa al deputato è inaccettabile. E poi ci sono tanti talk, se io non mi abbasso ce ne sono altri quindici pronti a dire sì».

2 - "ORA CHE I 5 STELLE SONO AL POTERE DEVONO CONFRONTARSI NEI TALK" Andrea Fioravanti per la Stampa

Carlo Freccero, ha ragione Gaia Tortora a invitare i 5 Stelle nei talk di La7 solo se si confrontano con gli altri ospiti? «Sì, ma chiariamo una cosa: finora i Cinquestelle non hanno accettato contradditori per autodifesa. Sapevano di essere sfavoriti nei talk show perché erano inesperti. Non conoscevano le regole della comunicazione e pensavano di essere travolti dalla propaganda dell' establishment».

E ora che sono al potere? «Devono accettare le critiche. La loro posizione di comando li obbliga a confrontarsi con altri politici perché sono sottoposti al giudizio di quello che hanno promesso».

Fanno bene a lamentarsi per le troppe critiche al governo? «Ma no, è giusto che ci siano.

Si sono presentati come antagonisti di tutto quello che c' era prima. Ora che hanno capovolto i rapporti di forza non possono pensare di rimanere in una posizione di autodifesa. Lega e M5S si portano dietro rispettivamente due pregiudizi: la deriva autoritaria e l' incompetenza. Possono sfatarli solo comportandosi come i fedeli protestanti: mostrare la virtù attraverso le opere».

Gli ascolti dei talk show sono aumentati in questi due mesi. È rinato un genere? «No, gli ascolti sono stati drogati dall' incertezza del finale politico. Ora che c' è un governo e l' estate si avvicina, diminuirà l' interesse. Solo se lo spread salirà aumenteranno gli ascolti. Gli italiani vorranno capire se il governo reggerà all' urto dei mercati».

Spera di essere confermato nel cda Rai? «Preferisco non parlarne. La Rai ha una sua identità e storia. Non può confrontarsi con le grandi produzioni dell' immaginario mondiale, ma credo abbia ancora un grande ruolo da svolgere».