La Stampa, 7 giugno 2018
Intervista a Maria Elena Boschi, ex ministra senza trono: «Sono abituata alle montagne russe»
Erano più di quattro anni che Maria Elena Boschi non attraversava per il lungo tutto il Transatlantico. Che non solcava quella manciata di metri accanto all’Aula in cui i giornalisti sono autorizzati a muoversi, allungare un microfono, fare domande. È da quando divenne la potentissima ministra delle Riforme, nel 2014, di fatto il numero due del governo Renzi, che la dirigente del Pd evitava il più possibile le imboscate di taccuini e telecamere. Fino a ieri, alla fiducia alla Camera del governo del professor Conte, quando – tailleur pantalone nero e sorriso smagliante – di nuovo semplice deputata senza più i galloni del governo, ha attraversato la folla delle grandi occasioni, ha salutato parlamentari di vari schieramenti, si è fermata alla buvette. Lei passa indisturbata, mentre a pochi metri sono i nuovi ministri a essere interrogati. Traslocate le sue cose da Palazzo Chigi, dove ha avuto per l’anno e mezzo di governo Gentiloni il cruciale compito di sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, ora siede in Aula accanto a Luca Lotti e Lorenzo Guerini.
Com’è questo cambio di vita? Lei è passata da essere la donna più potente d’Italia a deputata semplice…«Non credo di essere mai stata la donna più potente d’Italia».
Come no?...
«Nel caso non lo sono più da un pezzo… Sono abituata alle montagne russe. E fare il deputato è un grandissimo onore».
Si sente libera da responsabilità?
«Fino a un certo punto. Quando finalmente inizieranno le Commissioni ci daremo da fare. Penso ci faccia bene fare un po’ di opposizione».
In quale Commissione vuole lavorare?
«In Commissione Bilancio: dopo quattro anni di lavoro sulle leggi di bilancio qualche competenza l’ho acquisita…».
Che impressione le ha fatto il discorso del premier Conte?
«Ho capito che non faremo guerra a nessuno e che vogliono fare leggi costituzionali… (ride sarcastica). Sono molto curiosa di leggere domani (oggi, ndr.) gli editoriali dei commentatori politici. Il bilancio del nostro governo è positivo per i tanti risultati ottenuti: spero che non verranno smontati».
Lei tra l’altro il professor Conte lo conosce da tempo, vero?
«Sì, ma non sono mai stata sua assistente, come qualcuno ha scritto».
Come mai lo conosce?
«Perché abbiamo fatto entrambi parte della commissione esaminatrice di diritto civile della Scuola di specializzazione per le professioni legali dell’Università di Firenze».
Come lo trova?
«L’ho conosciuto in tutt’altra veste, come docente universitario».
E in quella veste com’è?
«Come professore so che è apprezzato dai suoi studenti, ma io non saprei, non ho mai seguito una sua lezione».
Come l’hanno accolta qui i grillini, che con lei nelle dichiarazioni pubbliche sono sempre stati molto duri?
«I rapporti sono buoni».
Poi, come un riflesso pavloviano dei tempi in cui la Boschi tutto sapeva e i suoi compagni di partito di fede renziana la aiutavano a schivare i tentativi dei cronisti di strapparle dichiarazioni, interviene Guerini, «sono la sua scorta, la porto via», scherza. Lei sorride, avviandosi verso l’Aula. Ormai indisturbata: al massimo, qualche occhiata truce dei grillini.