ItaliaOggi, 6 giugno 2018
Diritto & Rovescio
Mattino presto. Treno di pendolari assonnati, nel Milanese. Il capotreno verifica il possesso del titolo di viaggio da parte dei passeggeri. Chiede il biglietto anche a un immigrato africano. Costui, dopo avergli detto che il biglietto non ce l’ha e non ha nessuna intenzione di comperarlo, lo manda brutalmente a quel paese. Anzi, urlando, gli dice che deve andare a cagare e che, se non la smette subito, lui gli fa una faccia così. Il capotreno, che la sua azienda vorrebbe impassibile come un maggiordomo inglese (che però, oltre a essere stato addestrato a rimanere impassibile di fronte a qualsiasi cafone ospite della casa nobiliare in cui lavora, guadagna anche molto di più), il capotreno dicevo, si è lasciato andare a sua volta dicendo che a cagare avrebbe dovuto andarci il passeggero moroso. Il risultato di questa querelle è che il capotreno è stato licenziato. Poteva essere richiamato ufficialmente. Ma licenziato? Un uomo che è stato offeso perde per sempre il suo lavoro perché ha reagito? E poi ci lamentiamo che la gente sia contraria al sistema?