Le prime persone cui ha comunicato la nomina sono state sua moglie e le sue figlie di 8 e 11 anni.
Avete scherzato sul ruolo di papà-comandante?
« Ma no, non mi metto a fare l’autoritario con le mie figlie. Anzi, sono il loro giocattolo, e ne sono felice. Quando un ordine è accompagnato da una spiegazione chiara diventa condiviso e non ha bisogno di essere accompagnato con la forza».
Il regolamento della Stazione Spaziale affida al comandante il compito di mantenere l’armonia a bordo anche “tenendo conto della composizione internazionale e multiculturale dell’equipaggio”.
E il testo non esclude i metodi duri.
«No, è solo una formalità. Chi sale a bordo è selezionato e addestrato in base alle caratteristiche psicologiche e fisiche. Con gli altri astronauti ci conosciamo bene, condividiamo l’addestramento. Non mi aspetto problemi di questo genere».
Quali saranno esattamente i suoi compiti? « Il comandante è il responsabile del successo generale della missione, della sicurezza dell’equipaggio e della Stazione».
Molte delle decisioni vengono prese a Terra.
Quanta autonomia reale avete a bordo?
«In caso di emergenza il comandante è autorizzato a deviare dalle indicazioni che arrivano da Terra: chi è a bordo ha una panoramica più precisa di quel che sta avvenendo. Finora non ci sono stati problemi tali da imporre decisioni autonome».
L’addestramento di un comandante è più lungo?
« Di poco. I ruoli a bordo si dividono in utilizzatore, operatore e specialista e variano per ciascuno dei moduli della Stazione. Un americano in genere è specialista del modulo americano, un russo del modulo russo. Il comandante deve essere specialista di ogni area della Stazione, per questo è previsto un periodo extra a Mosca per completare l’addestramento sulla loro sezione».
Come viene scelto un comandante?
«C’è una commissione composta dai Paesi che partecipano alla gestione della Stazione. Quando si riuniscono per scegliere l’equipaggio, decidono anche chi sarà comandante».
L’incidente del 2013 ha influito sulla sua scelta?
« Non credo. L’importante è che il comandante non sia alla prima missione. Al rientro a Terra ognuno di noi viene sottoposto a valutazione. Quei giudizi influiscono sulla scelta».
C’è una cerimonia per l’inizio dell’incarico?
« L’incarico inizia quando il comandante precedente e metà dell’equipaggio rientrano a Terra. C’è una piccola cerimonia per il passaggio della campanella che coincide con l’addio dei compagni. È un momento informale e toccante. Va a finire che ognuno lo interpreta a modo suo».
Potrà anche celebrare matrimoni nello spazio?
« Non avrei problemi a farlo ma non mi aspetto che avvenga. La Stazione non è un luogo adatto alle esperienze romantiche, anche se è naturale che ci siano momenti di comunicazione aperta e sincera. Può darsi che lo stress si faccia sentire, che la lontananza dai familiari sia particolarmente pesante, che le piccole o grandi emergenze a casa ci facciano provare tristezza o impotenza. La vicinanza dei compagni è importante per alleviare queste sensazioni. Ma arrivare a un’esperienza romantica proprio no, lo ritengo impossibile».
Avrete anche un robot come compagno.
«Si chiama Cimon, è una intelligenza artificiale in grado di conversare con noi in modo realistico. Ha sensori che leggono le espressioni facciali. L’obiettivo è capire se questi strumenti possono davvero aiutare gli umani. Avevamo visto cose del genere solo nei film di fantascienza, sarà interessante capire come funzionano nella realtà».