Corriere della Sera, 6 giugno 2018
Svolta a Miss America, basta costumi da bagno
Le ragazze candidate a Miss America non dovranno più sfilare in costume da bagno, come accade da 96 anni. L’ha deciso il nuovo consiglio di amministrazione, nominato dopo che a dicembre i vertici erano stati decapitati dallo scandalo seguito alla divulgazione di email sessiste. Si erano dimessi in tre, in testa il Ceo Sam Haskell, uno particolarmente feroce verso le ex miss che si permettevano il lusso di invecchiare e ingrassare.
La messa al bando del costume è stata annunciata ieri dal nuovo capo del Cda, Gretchen Carlson, che è stata Miss America 1989 e che, soprattutto, è l’ex presentatrice della Fox News che nel 2016 ha portato alle dimissioni – causa molestie – dell’amministratore delegato della rete, Roger Ailes.
Ora, se bastasse far sfilare le miss vestite anziché in costume per poterci dire che il #MeToo sta producendo pari dignità per le donne, la decisione sarebbe un piccolo passo per Miss America e un grande balzo per l’umanità, ma siamo nel campo delle buone intenzioni con esiti da verificare. «Non ti giudicheremo per il tuo aspetto, perché siamo interessati a ciò che ti rende te stessa», ha detto Gretchen Carlson, rivolgendosi a un’ideale concorrente, mentre annunciava la novità in tv, a Good Morning America. E se questo sia davvero un buon giorno per le americane lo sapremo il 9 settembre quando le ragazze, così ha spiegato Carlson, «potranno evidenziare ai giudici risultati e obiettivi della propria vita, spiegando come useranno talenti, passioni e ambizioni per svolgere il ruolo di Miss America». La presidente Regina Hopper ha rincarato: «La nostra missione è preparare grandi donne per il mondo e preparare il mondo a grandi donne». Il rischio, però, è che il lodevole intento soccomba alla tirannia dei tempi televisivi che condannano le ragazze al noto campionario di risposte banali.
Nel frattempo, se il caso Weinstein e il #MeToo hanno svegliato una nuova sensibilità sul sessismo, non hanno svuotato i social dai milioni di foto di ragazze ammiccanti e poco vestite e la sfida di Miss America si gioca dentro questa contraddizione, che è il tentativo di proporre un nuovo modello femminile, di ragazze prima intelligenti, poi eventualmente belle. Per non ridurre tutto a una fasulla operazione di marketing, ai selezionatori è richiesto il coraggio di superare i canoni estetici più stereotipati e al pubblico di fare la propria parte, affinché le buone intenzioni reggano alla prova degli ascolti.
Riuscire nell’impresa sarebbe un segnale, non solo nell’America di Donald Trump, che si era comprato un altro concorso, Miss Usa, salvo disfarsene in vista della Casa Bianca e mentre si alzava il coro di miss, con Temple Taggart, Miss Utah 1997, che lo accusava di averla baciata a tradimento, o con Alicia Machado, Miss Usa 1996, che si era sentita ribattezzare Miss Piggy, Miss Maialina.
Vedremo se basterà rinunciare al bikini per mettere in mostra il cervello. E gli americani, telecomando in mano, da che parte staranno.