la Repubblica, 5 giugno 2018
La Lega e i rubli da Mosca
A noi che siamo stati comunisti questo pettegolezzo della Lega finanziata dai russi ci diverte parecchio: è davvero la storia capovolta. Quelli di destra ce lo ripetevano a pappagallo, «zitti voi che prendete i rubli da Mosca», era il motivetto fisso quando non si sapeva bene di che altro parlare; e noi giù a rispondere che loro invece erano al soldo dell’imperialismo americano, tutti nel libro paga della Cia. Il mondo bipolare consentiva di queste polemiche all’ingrosso, che avevano però il vantaggio di un certo equilibrio, il derby “servi dei russi/servi degli americani” finiva sempre uno a uno. Qui invece i conti non tornano: perché se Salvini è amico dei russi, noi dovremmo almeno poter contare, per contrappasso, sugli americani. E invece c’è Trump, che con quelli come Salvini, si direbbe a Roma, è culo e camicia; e poi c’è questo Steve Bannon che si è stabilito a Roma non per girare in Vespa cantando “That’s amore”, ma per organizzare la Rivoluzione Populista Mondiale, dice lui. Da come tratta i giornalisti più che un’eminenza grigia sembra un rimarchevole burino (come sono burini gli americani, quando sono burini, non è burino nessuno), ma intanto, che sia fascista o che sia burino, è da assegnare anche lui al campo nemico. E insomma a noi, se i russi e gli americani stanno con Salvini, chi è che ci protegge e ci finanzia? Gli islandesi?