Corriere della Sera, 4 giugno 2018
Renzi, nuova vita da conferenziere. «Fuori dal giro per qualche mese»
Una nuova vita: «Starò fuori dal giro per qualche mese». Con l’autoimposizione, vedremo se stavolta la promessa sarà mantenuta, di rimanere dietro le quinte, per aiutare la ricostruzione del Pd limitando le incursioni di una figura ingombrante come la sua. Matteo Renzi, con la partenza del governo Conte, in queste ore ha rimesso a punto la road map, del suo profilo e della sua vita privata. E c’è già un nuovo inizio da raccontare, quello di senatore semplice di Firenze e Scandicci che ha iniziato a girare il mondo facendo discorsi (speech) remunerati, invitato in Paesi stranieri tra lobby, partiti politici, capi di Stato e grandi imprenditori. Un nuovo corso che, come fatto da altri ex leader (Obama per ultimo), l’ex presidente del Consiglio ha disegnato sfruttando la rete di relazioni internazionali intessute nei sui mille giorni a Palazzo Chigi.
Renzi, nelle settimane scorse, era già volato in Kazakistan per tenere uno speech, pochi giorni dopo essere già stato in Qatar, assieme al fidato Marco Carrai, per incontrare l’emiro Tamim Bin Hamad al-Thani, che gestisce un fondo sovrano da 250 miliardi di dollari.
Ieri l’ex premier si trovava a Pechino per tenere un discorso sulla Via della Seta e la cultura, ingaggiato da una società che recluta personaggi famosi. E domani, tornando dalla Cina per poche ore, Renzi si presenterà in Aula per votare (contro) la fiducia al governo Conte: difficile un suo intervento, ma sarebbe l’unico strappo possibile alla «regola del silenzio», mentre la dichiarazione di voto sarà fatta dal capogruppo dem Andrea Marcucci. «Sul Pd la palla è in mano a Maurizio Martina. Io sono intervenuto solo per bloccare l’operazione di accordo con il M5S. Ma non mi interessa ora fare alcuna corrente», promette ancora. «Hanno promesso sogni da 100 miliardi: il reddito di cittadinanza ne vale 20, la Flat tax 60, quota 100 vale 16, le clausole Iva 12 – riflette Renzi —. Il libro dei sogni del governo Lega-M5S costa 100 miliardi. Dobbiamo essere i primi a farci sentire quando finirà la luna di miele».
Poche ore a Palazzo Madama, poi di nuovo in aereo alla volta di Arlington, al cimitero degli eroi Usa. Qui, dove l’ex presidente americano Bill Clinton terrà l’intervento chiave, Renzi è stato chiamato per le celebrazioni dei 50 anni dall’assassinio di Bob Kennedy. Un invito dovuto alle ottime relazioni strette quando era sindaco di Firenze con Kerry (figlia di Bob), tanto che la famiglia Kennedy ha voluto che uno degli interventi per il ricordo del 6 giugno 1968 fosse affidato proprio a Renzi: «Bob è stata una delle figure chiave della mia crescita politica: questo è un riconoscimento che mi emoziona molto», racconta il senatore dem. Che, per il 18 luglio, ha ricevuto un invito simile in Sudafrica per ricordare i 100 anni dalla nascita di Nelson Mandela, al quale nel 2012 consegnò il Fiorino d’oro, massima onorificenza fiorentina, poco prima della sua scomparsa.
Tutti appuntamenti sui quali, sgravato dalle responsabilità di governo e di gestione del partito, Renzi sta lavorando: «Ma adesso tocca a loro». Come gli hanno detto le persone a lui più vicine analizzando i motivi del doppio crollo referendum-elezioni: «Bisogna riprendere il contatto con la realtà delle cose, con i problemi della gente fuori». È anche per questo che il senatore fiorentino ha inviato una email a tutti i cittadini e le imprese del suo collegio, che nelle prossime settimane andrà ad incontrare.
I mesi di basso profilo dell’ex premier, se stavolta riuscisse davvero a tenersi dietro le quinte, dovrebbero durare fino ad ottobre, quando (dal 19 al 21) a Firenze tornerà la Leopolda, appuntamento al quale Renzi si presenterà durante il lancio del nuovo libro che sta scrivendo: «Sarà un evento vecchio stile, come all’inizio, con protagonista la società civile». E con un ultimo sassolino: «Chi mi ha combattuto per anni dall’interno del Pd, dicendo che ero poco di sinistra, ora si trova Salvini al Viminale».