Il Sole 24 Ore, 4 giugno 2018
Nasce il super archivio con tutti i dati dei passeggeri dei voli
Una grande banca dati per controllare il via-vai nei cieli d’Europa. Dopo che se ne è tanto parlato, con prese di posizione critiche da parte dei Garanti della privacy, da sabato si inizierà a costruire il mega-archivio dove registrare i dati di tutti i passeggeri che volano all’interno dell’Unione e di quelli che arrivano o partono da un aeroporto della Ue.
Un controllo capillare e dettagliato reso possibile dall’obbligo per le compagnie aeree di comunicare i codici di prenotazione (cosiddetti Pnr) di chi vola. L’obiettivo è contrastare il terrorismo e scongiurare altri gravi reati.
È l’Europa che si è mossa e ha approvato nel 2016 una direttiva per fare in modo che ciascun Paese Ue realizzi una database dove inserire i Pnr di chi entra e esce dagli spazi aerei nazionali. L’Italia ha recepito quelle indicazioni con il decreto legislativo 53 di quest’anno, che inizierà a dispiegare gli effetti tra pochi giorni.
Si tratterà di una schedatura profonda, perché nel Pnr ci sono tutti i dati di chi viaggia. Tra gli altri: nome e cognome, itinerario, data di partenza e di arrivo, numero di telefono e indirizzo di posta elettronica, posto assegnato, documento di riconoscimento utilizzato, informazioni sul bagaglio. Le Forze di polizia incroceranno quelle informazioni alla ricerca di eventuali sospetti.
Si tratterà di un lavoro complesso, che per l’italia richiederà un’infrastruttura informatica in grado di raccogliere e gestire le informazioni relative a oltre 200 milioni di passeggeri l’anno. Questo significa che quest’ultimo numero dovrà essere moltiplicato per i 18 elementi del Pnr che ciascuna compagnia dovrà raccogliere e trasmettere, considerando, inoltre, che alcuni punti del codice di prenotazione presuppongono più informazioni. Insomma, si creerà un flusso di miliardi di dati.
Sabato si metterà in moto il meccanismo per affrontare questa mole di notizie, a partire dall’obbligo per le compagnie aeree di comunicare alla nuova banca dati, gestita dal ministero dell’Interno, i Pnr dei voli intra-Ue e di quelli extra-Ue.
Perché questa comunicazione sia fattibile sarà, però, necessario realizzare il grande archivio, che costerà circa 32 milioni di euro (più 4,5 milioni l’anno per la manutenzione), e compiere gli altri passaggi indispensabili per completare l’infrastruttura.
Il Sistema informativo, che dovrà raccogliere e gestire i dati dei Pnr, sarà istituito presso il Dipartimento della pubblica sicurezza. La sua struttura centrale sarà presso il Centro di elaborazione nazionale (Cen) di Napoli e il funzionamento sarà stabilito entro gli inizi di settembre da un decreto dell’Interno. Dovrà, poi, essere messa in piedi l’Unità di informazione sui passeggeri (Uip), costituita da personale interforze (Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza), alla quale spetterà ricevere, anche avvalendosi di un operatore esterno qualificato, i Pnr e analizzarli in via automatizzata.
Nel caso di riscontri positivi, si passerà a un approfondimento non automatizzato dell’informazione e, se confermata, se ne comunicherà l’esito all’autorità preposta a perseguire i reati, dalla magistratura alla direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. I dati potranno essere trasferiti anche ad altri Paesi Ue.
Un altro pezzo del progetto è rappresentato dagli uffici incaricati dei controlli di polizia di frontiera, che riceveranno e dovranno analizzare i dati Api (Advance passenger information o informazioni anticipate sui passeggeri). Si tratta di notizie relative al nome e cognome e al documento di riconoscimento di chi viaggia.
L’analisi dei dati Api ha la finalità di fronteggiare l’immigrazione clandestina: è un sistema che già esiste, perché è stato previsto dalla direttiva 82 del 20 04 e recepito dal decreto legislativo 144 del 2017. Essendo, però, le informazioni Api una parte del Pnr, il legislatore ha deciso di unificare i due sistemi, prevedendo l’abrogazione del decreto 144 nel momento in cui funzionerà il nuovo archivio.
Come sarà organizzato il flusso di dati? I vettori invieranno, esclusivamente in via elettronica, i Pnr al Sistema informativo. Dovranno effettuare due invii: uno tra le 24 e le 48 ore prima del volo e un altro subito dopo la chiusura di quest’ultimo. Se non lo faranno, potranno andare incontro a una sanzione da 10mila a 100mila euro. Dopo 24 ore dal volo, le compagnie dovranno cancellare i dati Api trasmessi – dunque, non quelli dell’intero Pnr, che invece potrebbero servire ai vettori per far fronte a eventuali contenziosi con i passeggeri – e se non lo faranno incorreranno in una sanzione da 5mila a 50mila euro.
I Pnr, una volta analizzati dall’Uip, potranno essere conservati per cinque anni, ma dopo sei mesi dovranno essere “pseudonomizzati”, ovvero mascherati in modo che non sia possibile risalire all’identità del passeggero. Se, tuttavia, lo chiederanno il magistrato o i vertici della Polizia, i dati potranno essere ripristinati in forma integrale.
Le informazioni Api, una volta rese disponibili dal Sevizio informativo, subito dopo la chiusura del volo, alla polizia di frontiera, saranno conservate, se si riveleranno utili per fronteggiare l’immigrazione irregolare, per sei mesi. Altrimenti, dovranno essere rese invisibili dopo 24 ore.