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 2018  giugno 04 Lunedì calendario

I robot sbancano il casinò. E i croupier ora scioperano

Mojave, Nevada. Le luci di Las Vegas scintillano nel deserto e illuminano notti brave. I robot ci ruberanno il lavoro? Questa è una domanda che si sopisce e poi ritorna. I robot creano mestieri nuovi che prima non esistevano o svolgono i nostri compiti, sostituendoci? La verità è che non sappiamo la risposta. Perlomeno, non ne sappiamo dare una esatta. Il tutto era partito da una domanda apparsa sul The Economist, qualche anno fa, ma è con il progresso dell’automazione che questa domanda ritorna, quasi fosse ciclica. E forse, la risposta può darla il casinò di Las Vegas. Perché, nella girandola di luci, eccolo qui il primo grande sciopero contro l’automatizzazione di un intero comparto: quello dei casinò e dei grandi e splendenti resort di Las Vegas. Mentre al Tipsy Robot, come scrive The Guardian, i committenti ordinano sui tablet, mentre un braccio meccanico prepara i cocktail e cameriere umane in gonne argentate servono le bevande, quello che si prospetta e che è molto probabile, per non dire quasi scontato, è uno sciopero gigantesco che coinvolgerà più di 50mila lavoratori sindacalizzati. Ma andiamo al principio. Sì, perché in mezzo alle luci scintillanti e alle meraviglie e ai capogiri del divertimento americano, lavorano tantissime persone. Alla fine di maggio, i lavoratori dei casinò di Las Vegas hanno votato per il primo sciopero di massa in più di 30 anni. «I robot non possono batterci»: questa la frase simbolo della battaglia. E il 99 per cento dei 25mila lavoratori che hanno partecipato al voto, indetto da Culinary Union ha detto sì alla misura. La Culinary Union, che organizza la battaglia sindacale, rappresenta 25mila membri in 34 casinò, eccetto croupier e mazzieri, ma lo sciopero sarà probabilmente più grande, dato che sono 50mila i lavoratori sindacalizzati a cui è scaduto il contratto il 1° di giugno. Lo sciopero potrebbe diventare molto più grande ed allargarsi a tutti i resort della città, con decine di casinò coinvolti. E le strutture potrebbero trovarsi dall’oggi al domani senza personale disponibile, senza possibilità di gestire il traffico turistico di una calamita come Las Vegas.
L’ultimo sciopero di Las Vegas risale al 1984, era durato 67 giorni ed era costato decine di milioni di dollari alla città e ai lavoratori. «Sappiamo che la tecnologia sta arrivando, ma vogliamo avere voce in capitolo su come è implementata», dice Bethany Khan, portavoce della Culinary Union alla rivista del Mit. Le richieste? Salari più alti, naturalmente. Ma i lavoratori sono anche alla ricerca di una migliore sicurezza del lavoro e vogliono essere tutelati nelle molestie sessuali sul luogo di lavoro. E manca l’accordo sindacale per i nuovi contratti. Le date degli scioperi non sono state fissate e la mobilitazione potrebbe partire in qualsiasi momento: i lavoratori del Caesar Palace, del Bellagio, del Mandalay Bay, del Circus Circus e di The Mirage, Planet Hollywood, MGM Grand, Stratosphere, The D e El Cortez, sono pronti con i picchetti in mano. 
«Supportiamo le innovazioni che migliorano i posti di lavoro, ma ci opponiamo all’automazione quando distrugge solo posti di lavoro», afferma Geoconda Argüello-Kline, segretaria-tesoriere della Culinary Union. Le carte sui banchi da gioco verranno comunque distribuite, ma probabilmente, mancherà il personale di base: baristi, server di cocktail, cameriere, cuochi e altro personale delle cucine, governanti, facchini, fattorini, cuochi. L’aumento dell’automazione apre un punto interrogativo nel futuro di Las Vegas. Con l’automazione avremmo guadagnato tempo e avremmo risparmiato denaro, dicevano in molti. Ma non è proprio così. Almeno, non ancora. E questa è la prima grande sfida di una battaglia che continuerà a lungo: homo versus machina.