Il Messaggero, 3 giugno 2018
A Scuola senza docenti
Viene dal mondo della scuola, il nuovo ministro all’istruzione Marco Bussetti, e ne conosce bene i problemi. Dovrà quindi capire quanto prima come affrontare i più urgenti. «Devo vedere bene la carte – ha assicurato ieri dopo le celebrazioni della Festa della Repubblica – ci mettiamo subito al lavoro per individuare la strada da seguire».
CORSA CONTRO IL TEMPO
Una strada da percorrere in una corsa contro il tempo per arrivare in tempo, a settembre, con i docenti in classe. Domani sarà negli uffici del ministero dell’istruzione per studiare le carte e partire, innanzitutto, dalla questione delle diplomate magistrali che, da qui al 30 giugno, vedranno concludere il loro rapporto di lavoro con l’insegnamento in cui lavorano da precarie anche da decenni.
La questione è esplosa lo scorso venti dicembre con la sentenza del Consiglio di Stato che non ammette in graduatoria ad esaurimento oltre 45mila maestre con il diploma conseguito prima del 2001-2002 né riconosce l’assunzione di 7500 maestre con lo stesso titolo di studio, un vero e proprio tsunami della scuola che però, fino ad oggi, non ha avuto una soluzione anche per la fase di stallo in cui si è ritrovato il ministero dell’istruzione in attesa di un nuovo ministro e di una nuova linea politica da seguire.
L’ORGANIZZAZIONE
Ma qui la questione è soprattutto organizzativa: a rischio infatti c’è il regolare avvio del prossimo anno scolastico. E il neo ministro Bussetti sa bene come stanno le cose visto che, da dirigente dell’ufficio scolastico regionale della Lombardia, ha avuto fino a due giorni fa le maestre fuori dalla porta in ansia e in cerca di una soluzione. Da dirigente amministrativo, Bussetti dovrà trovare una soluzione da sottoporre al Parlamento quanto prima: l’unica strada percorribile, infatti, è quella legislativa visto che le prossime sentenze del Tar del Lazio non arriveranno prima di metà luglio.
LE NOMINE
A quel punto però sarà troppo tardi per mettere a punto le graduatorie e nominare i docenti della scuola materna e delle scuole elementari per l’anno scolastico 2018-2019. Sia in ruolo sia supplenti. E il tempo stringe visto che lo scorso anno le nomine partirono nei primi giorni di agosto.
Il ministro Bussetti parte proprio da questa urgenza anche perché la Lega su questo caos spinge da mesi, chiedendo attraverso il responsabile scuola Mario Pittoni una soluzione politica per non arrivare a ridosso dell’estate senza la possibilità di stilare una graduatoria. Inizia quindi in salita la nomina di Bussetti con un problema che resta irrisolto da quasi 20 anni, a lui l’onere di risolverlo. A cui faranno seguito altre criticità: i vecchi problemi irrisolti della scuola italiana.
I NODI URGENTI
Si ritrova alle prese con chi vorrebbe che un ministro leghista cancellasse la riforma della Buona Scuola di Renzi e chi invece già chiede assunzioni e sanatorie per i precari. Intanto sulla scrivania di viale Trastevere troverà un dossier, lasciato per il passaggio di consegne dalla ministra uscente Valeria Fedeli, con le urgenze da risolvere a breve giro. Dopo la questione dei diplomati magistrali, ci sono infatti il rinnovo del contratto per i dirigenti del comparto Istruzione e Ricerca, lo sblocco e il riparto delle risorse del Fondo di funzionamento ordinario delle Università e del Fondo ordinario degli Enti di ricerca, lo stanziamento delle risorse in legge di bilancio per il 2019 necessarie per il prossimo rinnovo contrattuale del periodo 2019-2021 e i problemi legati alla mancata continuità didattica per i docenti di sostegno precari. Contratti e continuità didattica, naturalmente, all’ordine del giorno.
LE PAROLE
Intanto ieri durante le celebrazioni della Festa della Repubblica il neo ministro, silenzioso con tutti ma non con gli studenti al suo fianco, durante la consegna del Tricolore al Presidente Mattarella ha ricordato ai ragazzi l’importanza di quel gesto che avrebbero ricordato per sempre.