«Già. Roma oramai è il centro della politica mondiale. Quello che sta accadendo qui è straordinario.
Non c’è mai stato in tempi moderni un vero governo populista. Ora c’è. Perciò voglio essere qui, voglio esserne parte».
Su una delle terrazze più celebri della Capitale al tramonto, Steve Bannon, 64 anni, il tenebroso (ex) Rasputin di Donald Trump, il cavaliere nero del populismo mondiale, è circondato dai suoi fedeli. Camicia fresca e bermuda coloniali, sul tavolo dove è seduto c’è il suo drink, il Financial Times e una spilletta: “Rassemblement national”. È il nuovo movimento di Marine Le Pen, il restauro del decadente ma non domo Front National. «Ho avuto la prima spilla». E chi gliel’ha data? «Louis Aliot (tra i massimi esponenti dell’estrema destra francese, ndr), è anche lui a Roma, è un amico».
Dopo la formazione del più grande governo populista e — almeno parzialmente — di destra radicale in Europa, oramai sembra che tutte le strade della nuova destra sovranista mondiale portino a Roma. «Sono venuto qui la prima volta per il ballottaggio», racconta Bannon nelle sue prime dichiarazioni dopo il giuramento del neopremier Conte, «per vedere l’energia che c’era e ho subito invocato il governo Lega-Cinquestelle e così è stato. È molto importante per superare i concetti di destra e sinistra»
Si è detto che Lei è stato determinante nel convincere Salvini a unirsi al M5S. È vero?
«Non sono stato determinante, ho semplicemente esortato Salvini e i suoi a provare a fare questo governo. Determinante è quello che hanno fatto gli italiani. Io ho solo dato consigli che poi sono stati ascoltati. Avete dato un colpo al cuore della bestia dell’Europa, delle capitali straniere, dei media di opposizione stranieri (come lui chiama i grandi media che esecra, ndr). Quello che mi ha impressionato in Italia è che ci sono due giovani leader come Di Maio e Salvini che alla loro età, in quest’epoca così narcisista, hanno rinunciato a essere premier per un obiettivo più alto. Volevano imporvi l’ennesimo governo tecnico, ma la maggioranza ha votato contro l’establishment.
Sarà una battaglia lunga e difficile, Lega e Cinquestelle faranno degli errori, ma siamo solo all’inizio. I media dell’opposizione stranieri dipingono Di Maio e Salvini come dei principianti, invece sono persone molto sofisticate, che hanno creato consenso dal nulla usando la Rete. Gli italiani ne dovrebbero essere orgogliosi».
Quindi Lei non ha convinto Salvini a unirsi ai Cinquestelle,
come è stato scritto.
«No, ho solo detto che sarebbe stata una buona idea fare un governo di unità. Non ho dovuto convincere nessuno, perché era la logica conclusione. Questi due ragazzi sono eroici. E l’altro eroe è Berlusconi che si è fatto da parte». (Bannon si accorge di aver perso il suo Blackberry, panico, ndr). E...
dove eravamo rimasti?».
A Salvini e alla Lega.
«Certo che ho avuto una conversazione con i ragazzi».
E poi?
«Hanno fatto tutto loro».
Quanto spesso vi vedete con Salvini?
«Non voglio parlarne».
Ma quando vi siete conosciuti?
«Dopo le elezioni. Ma non voglio parlarne».
E con i Cinquestelle (sinora non era conosciuto un incontro tra M5S e Bannon, ndr)?
«Sì, mi sono incontrato con alcuni di loro. Non le posso dire di più.
Ma sì, li ho incontrati».
I Cinquestelle sono diversi dalla Lega.
«Sono simili al socialista Sanders in America, antiestablishment e per la trasparenza. E si sono alleati con i “Trump” d’Italia. Ecco perché in Italia è successo qualcosa di eroico. Si organizzano da soli, come i Tea Party (il movimento radicale antitasse Usa, ndr), sono partiti da zero, senza soldi».
Ma la Lega è stata coinvolta in un’inchiesta su fondi milionari.
«Sì.. sì.. ma magari sono fake news!
Ad ogni modo, di recente hanno avuto budget molto limitati, hanno sfruttato internet e i social, come i Tea Party».
Ora cosa accadrà in Europa con questo governo Conte?
«Ci sarà un terremoto, lo vedrete: hanno paura dell’Italia. Ancora non immaginate cosa possono fare insieme M5S e Lega. Il Financial Times ha evocato i barbari, i tedeschi vi hanno chiamato straccioni, Oettinger ha detto che i mercati vi insegneranno a votare. Ma chi semina vento raccoglie tempesta.
Italia e Ungheria alle ultime elezioni hanno mandato un messaggio chiaro, anche contro i migranti. È finita, come sono finiti i diktat di Bruxelles e il fascismo dello spread. E sull’euro dovranno decidere gli italiani. Presto avrete una confederazione di Stati liberi, non questa Unione Europea».
Ma almeno sulla flat tax sarà in disaccordo con Salvini?
«Ma io amo la flat tax»
Ma se ha sempre invocato una tassa al 44% per i superricchi.
«Quello è un altro discorso e legato all’America, ma con la flat tax pagano tutti. Il modello di Armando Siri, sposato anche dai Cinquestelle, sarà un successo».
Secondo Lei, quale è stato il grilletto che ha fatto esplodere il populismo nel mondo?
«La crisi finanziaria nel 2008: la classe media e l’uomo comune sono stati massacrata dalle tasse e le disuguaglianze sono cresciute».
Il populismo è solo uno spirito del tempo o è solo l’inizio di qualcosa più grande?
«È solo l’inizio e lo vedrete presto.
L’ha detto perfino George Soros l’altro giorno: questi sono tempi rivoluzionari. Siamo dalla parte giusta della Storia. Macron e Merkel cadranno come birilli».
Quanto ha influito la tecnologia nella smisurata crescita dei populismi?
«Tantissimo. Hanno squartato il monopolio dei poteri forti e di voi, media mainstream ».
La tecnologia ha polarizzato le posizioni politiche?
«La maggioranza ha votato per loro, nonostante il lavoro sporco di voi grandi media mainstream: polarizzate questo adesso».
I media hanno un grande ruolo di controllo nelle democrazie e nella società contro autocrazie, Bannon, Lei dovrebbe saperlo.
«Cavolate. I fascisti non sono quelli che combattete, i fascisti sono a Bruxelles. Andate a quel paese».
E dello scandalo Cambridge Analytica, in cui Lei è coinvolto, che mi dice?
«Cambridge Analytica era solo una delle società che aveva un contratto con la campagna di Trump. Il resto sono solo fake news, fake news, non c’è lo straccio di una prova!».
Ma Facebook ha ammesso l’abuso di dati, C’è un’inchiesta internazionale in corso (risate varie dei commensali, ndr).
«È il modello Facebook. Prendere i dati gratis e rivenderli ricavandoci molto. Il caso CambridgeAnalytica è il più grande imbroglio della Storia. Un altro prodotto vostro, media di opposizione mondiali».