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 2018  giugno 02 Sabato calendario

Nell’inferno di Gucci

La morte può avere un fascino irresistibile se diventa una favola nera firmata Gucci. Ambientata in un posto magico come Alyscamps ad Arles, in Provenza. Quella necropoli descritta nella Divina Commedia da Dante nel IX Canto dell’Inferno, nell’Orlando Furioso di Ariosto e ripetutamente raffigurata da Van Gogh e Gauguin. Prima, luogo sacro degli antichi romani, poi spazio alla moda nel 700 dedicato alle passeggiate colte del bel mondo. E ora patrimonio artistico mondiale Unesco. 
È lì che mercoledì sera Alessandro Michele ha fatto sfilare la sua collezione Cruise primavera estate, dove in realtà non esistono stagioni, ma solo una sublime anarchia estetica. Show dall’anima gothic rock, applaudito da 400 persone illuminate da ceri candidi e fuochi fatui, ammantate da vapori sulfurei riflessi in totem di specchi.Chateau MarmontFra rintocchi di funeree campane, sospiri, lamenti e canti dell’upupa che fanno da contorno a un set naturalmente ricco di sarcofagi, scorrono 114 sontuose uscite per lui e lei. I protagonisti del défilé ricordano i personaggi dell’aristocrazia inglese. Sono vedove con parrucche elisabettiane, il volto pallido solcato da catenelle di lacrime, gigli d’argento in mano e croci; ma anche ragazzine che giocano alle groupies con magliette che citano Billy Idol e star di Hollywood, habitué del mitico Chateau Marmont, dove fu girato Viale del Tramonto.
Miriam si sveglia a mezzanotte... un po’ come nel film di Tony Scott, in compagnia dei suoi vampiri. Ed è un tripudio di mix, una girandola di capi che abbaglia la platea ricca di celebrity. Da Chiara Mastroianni a Carolina Crescentini, da Ginevra Elkann ad Alessandro Borghi, fino a Christian Lacroix, lo stilista che ad Arles è di casa. Per culminare con Elton John e il suo compagno David Furnish. Il pubblico è stordito da cappe orientaleggianti di stampo rinascimentale e spolverini declinati nelle fantasie Flora dei famosi foulard. Catturato da zingare redivive in abiti a balze multicolor, che incedono portando con mestizia mazzi di fiori secchi, il passo scandito da sandali carichi di pietre. Senza dimenticare una teoria di vestiti campestri dedicati ad Arles. Buoni e cattiviIl diavolo e l’acqua santa. I buoni nell’inferno di Gucci si riconoscono dalle scritte tipo Societé Angelique che campeggiano sui bomber. I cattivi sono dark, schiavi di manie terrene, come la tecnologia esasperata. Un omaggio alla cultura Anni 80 nel logo «Sega» dei video giochi. Azzeccati gli slogan che recitano Chambres des Scheletres (camere degli scheletri) e Avenue de Tombes (strada delle tombe). I tessuti sono velluti ricamati, le stole somigliano a quelle dei preti con riferimenti rock. Tutto in totale libertà, con un gusto eccentrico di rara bellezza guidato dalla fantasia più sfrenata del geniale designer romano – dal 2015 alla guida della griffe – che insieme con l’amministratore delegato Marco Bizzarri ha fatto crescere vorticosamente i bilanci del gruppo Kering. Il patron François-Henri Pinault, accanto alla moglie Salma Hayek, ha ben donde di sorridere soddisfatto. Il marchio che fa impazzire i Millennials nel 2017 ha fatturato 6 miliardi e 200 milioni di euro. E nei primi tre mesi del 2018 le vendite nei negozi Gucci sono cresciute del 50%. La processione negli inferi angelicati culmina con un party a sorpresa. La chicca è il concerto dal vivo di Elton John con alcuni dei suoi brani più famosi. «Elton oggi è il mio più dolce e caro amico», dice Alessandro Michele, accomodandosi vicino al pianoforte dove la rock star suona e canta. Con una voce strabiliante che – è il caso di dirlo – farebbe resuscitare un morto. E anche i giovanissimi che non lo conoscevano si affannano a immortalarlo con i cellulari, condividendo foto e filmati. Il talento non ha età.