La Stampa, 2 giugno 2018
Venduto l’alloggio di Tito a New York. Il bottino ai Paesi dell’ex Jugoslavia
Polvere, ragnatele, decadenza, eppure ovunque si respira il «profumo» della Jugoslavia. Quella vera, quella di Tito. E non a caso, nonostante l’incuria e l’abbandono, sul comodino dei letti del «flat» al 730 di Park Avenue a New York, già appartamento di rappresentanza della Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia, fa bella mostra di sè una voluminosa biografia del Maresciallo, quasi un feticcio delle Bibbie che ingombrano i comò delle camere d’albergo americane, una sorta di sacra scrittura comunista da consultare prima del giusto sonno. Il prestigioso appartamento è diventato parte di quell’eredità immobiliare della ex Jugoslavia che le repubbliche sorte dalle sue ceneri hanno deciso di dividersi grazie a un accordo siglato a Vienna nel 2001 e che ammonta a oltre 70 milioni di euro. Ma vendere e poi dividersi il ricavato del super appartamento secondo le percentuali stabilite a Vienna (Serbia e Montenegro allora unite 36,52%, Croazia 28,49%, Slovenia 16,39%, Bosnia-Erzegovina 13,20% e Macedonia 5,40%) non è stato facile. Ci sono voluti ben 17 anni perché le parti trovassero un accordo tra di loro con i legali e il broker intermediario dell’affare immobiliare. La difficoltà era insita nel fatto che l’appartamento era di proprietà della società Park 71 Street Corporation, di cui la defunta Jugoslavia aveva 960 azioni.
L’annuncio è arrivatoOra è arrivato l’annuncio dei ministeri degli Esteri di Slovenia e di Serbia: la proprietà immobiliare di Park Avenue è stata venduta per 12,1 milioni di dollari (qualche anno fa, si aspettavano un compenso tra i 15 e i 20 milioni di dollari). Una proprietà acquistata dalla defunta Jugoslavia nel 1975 per 100 mila dollari. Alla Serbia andrà il 39,5% del ricavato, mentre alla Slovenia il 14%. Per ora gli altri Stati interessati (Macedonia, Croazia e Bosnia-Erzegovina) non hanno ancora annunciato l’avvenuta vendita. Gli altri Stati beneficiari dovranno comunque restituire alla Serbia il costo annuale di gestione dello stabile che dal 1992, ultimo anno in cui è stato abitato dall’ambasciatore jugoslavo presso l’Onu, Lazar Mojsov, è stato a carico di Belgrado e che ammonta a complessivi 3 milioni e 300 mila dollari. A mettere gli occhi sull’appartamento alcuni anni fa è stata la star di Hollywood Jack Nicholson, ma poi tutto si è bloccato davanti alle difficoltà della transazione immobiliare. Nel «flat» predomina un color aragosta molto in voga negli anni Settanta. A colpire sono i quadri presenti, tutti di gran pregio e appartenenti a pittori della moderna scuola jugoslava.