La Stampa, 2 giugno 2018
«Il sultano sarà mia figlia». La rivoluzione femminista nel cuore dell’Indonesia
Questa è la storia di un Sultano moderno che deve tenere a bada la Dea del Mare del Sud, sua sposa mistica, e il pericoloso Orco del Vulcano Merapi, offrendo ritualmente a entrambi i suoi ritagli di unghie e ciocche di nobili capelli. Ma il Sultano deve anche tener buoni i suoi fratelli che minacciano un assalto al Palazzo di Kraton appena il reggente sarà morto. Infatti, il settantaduenne ha fatto capire ai sudditi che, non avendo eredi maschi, intende cedere il trono alla figlia maggiore, per la prima volta nella storia di questo regno indonesiano che risale al 16esimo secolo. Insomma, un sultanato femminista nel cuore di un’Indonesia maschilista e wahhabita.
All’ombra dei pittoreschi saloni della reggia, 500 km a est di Giacarta, si batte anche la coraggiosa Regina, accusata dai reazionari di guidare una rivolta anti-tradizionalista, sfida che affronta come senatrice nel Parlamento di Giacarta. Ha mandato le cinque le figlie a laurearsi all’estero e ora hanno tutte ruoli importanti a corte.La piccola rivoluzioneÈ una fiaba femminista da una Mille e Una Notte che si svolge ai giorni nostri, nel 2018, nel cuore di una potenza del sud-est asiatico attraversata dai sussulti del fondamentalismo islamico. Non allenta la tensione il fatto che le donne del Sultanato non possono accedere al Palazzo con l’hijiab, ma, per rispetto, lo devono togliere all’entrata.La (per ora) pacifica rivoluzione femminista di Yogyakarta sta causando un affilare di coltelli che, più che le fiabe, ricorda il Trono di Spade. Il Sultano, infatti, ha cambiato il proprio titolo per renderlo neutrale al genere e poter essere «indossato» dall’erede, la figlia Gusti Kanjeng Ratu Mangkumbumi, il cui nome è stato modificato di recente per lanciare un messaggio inequivocabile: «Colei che Regge la Terra» Il Sultano Hamengkubuwono X, noto come «HB X» non è nuovo alle polemiche scatenate dal suo modernismo. Nel 2006, quando il più pericoloso vulcano indonesiano, il Monte Merapi, minacciava di trasformare il sultanato in una nuova Pompei, ordinò ai sudditi di obbedire agli scienziati su tempi e modi dell’evacuazione e non agli oracoli dei «Guardiani del Vulcano». Altri lo accusano d’aver trasformato il regno in un coacervo di shopping mall, cartelloni pubblicitari e palazzoni.Il doppio fronteLa battaglia di HB X ora si combatte su due fronti: il superstizioso timore dell’Orco del Vulcano del Nord e della Dea del Mare del Sud e le trame di palazzo dei consanguinei. I più religiosi dicono che la «moglie mistica» del Sultano, la Dea nota come Regina del Mare del Sud, potrebbe ingelosirsi se a palazzo s’insediasse la figlia del Sultano. Come fanno a regnare due Regine? Come farà la Dea a «sposare» la figlia del Sultano? E, dicono i più timorosi, non si tiene conto dell’orco Sapu Jagat, nel Vulcano del Nord. Potrebbe adirarsi, sostengono, nel non veder rispettata la tradizione maschilista.I parenti serpentiCi sono poi i parenti-serpenti, come in ogni leggenda e realtà. In questo regno islamico, che mantenne il potere grazie al ruolo nella cacciata degli olandesi durante la guerra d’indipendenza, non ci sono le elezioni. L’unico modo per prendersi il potere è ereditarlo. Così, uno dei fratelli del Sultano HB X ha già dichiarato cosa accadrà: «Siamo una famiglia reale islamica. Il titolo è per un maschio. Come chiameremo il sultanato? La sultanata? Impossibile», se la ride, amaramente, GBPH Prabukusumo, che non rivolge più la parola al fratello HB X e evita da un po’ di tempo le cerimonie di corte. «Abbiamo giurato che per ora non combatteremo, ma appena il Sultano avrà lasciato questo mondo, abbiamo promesso al popolo che cacceremo dal palazzo la vedova e le sue figlie. Le sfratteremo, visto che non saranno più membri della famiglia».La Regina e la Principessa erede al trono sono pronte allo scontro. La senatrice Gusti Kanjeng Ratu Hemas è serafica: «Ci sono sempre conflitti e lotte di potere nelle stagioni di cambiamento». Grazie a mamma e papàE la figlia, futura sultana di Yagyakarta, chiude il discorso così: «Sono molto fortunata ad avere dei genitori che non hanno mai detto che questo non è un lavoro per femmine. Se a qualcuno non sta bene, peggio per loro. Perché se il Sultano decide che è così, devi obbedire. Ed è questa l’importanza del fatto che un uomo potente dichiari che non è più tempo che le donne siano oppresse».