Corriere della Sera, 2 giugno 2018
Le idee del neoministro Fontana: «Le famiglie gay? Non esistono. Ora più bambini e meno aborti»
Lorenzo Fontana, lei ha appena giurato come ministro della Famiglia e della Disabilità...
«Eh, sì, dovrò abituarmi a questo ruolo, sono contento».
Un dicastero importante, delicato più che altro.
«Mi impegnerò».
È stato accolto da qualche polemica. Ha letto le frasi che le attribuiscono contro i gay? Quelle dove dice che vogliono dominarci e cancellare il nostro popolo...
«Ma no, non erano contro i gay».
E contro chi?
«Contro un modello culturale relativista. Un modello della globalizzazione fatto dai poteri finanziari che disegna un mondo dove non esistono le comunità, e quindi la famiglia che è la prima e più importante comunità della nostra società».
Allora non è vero che lei è contro i gay?
«Ma va. Ho tanti amici omosessuali, del resto ho vissuto a Bruxelles tanti anni dove ci sono anche nelle istituzioni. E poi la questione non è nel contratto di governo, non me ne occuperò».
E quale sarà il primo punto all’ordine del giorno del suo dicastero?
«La natalità. Voglio lavorare per invertire la curva della crescita che nel nostro Paese sta diventando davvero un problema. Lo ha detto anche Cottarelli».
Carlo Cottarelli? Che ha detto?
«Lo ha scritto nel suo libro che questa demografia in Italia fa calare il Pil. Bisogna intervenire».
In che modo?
«Ci sono in agenda tanti provvedimenti, prima però bisogna verificare le coperture».
Può fare l’esempio di uno di questi provvedimenti?
«L’idea è di abbassare l’Iva per tutti i prodotti che riguardano l’infanzia. Ma metterò in atto anche delle politiche per cercare di ridurre il numero degli aborti. Hanno detto anche che io avrei dichiarato che le donne non possono abortire».
E invece?
«Non l’ho mai detto».
Cosa pensa di fare quindi contro l’aborto?
«Voglio intervenire per potenziare i consultori così di cercare di dissuadere le donne ad abortire. Sono cattolico, non lo nascondo. Ed è per questo che credo e dico anche che la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà».
Eppure adesso in Italia ci sono tante famiglie diverse. Ha visto quanti tribunali hanno riconosciuto genitori omosessuali?
«Alcuni tribunali hanno riconosciuto, altri no».
Ma anche le anagrafi adesso registrano i bambini figli di genitori dello stesso sesso. A Roma addirittura hanno registrato la bimba di due padri senza nemmeno aspettare l’intimazione del tribunale...
«Si, ma una legge in proposito non esiste».
E quindi?
«Se non esiste una legge dobbiamo decodificare cosa significa quello che sta succedendo».
Lei punta all’aumento della natalità nel nostro Paese. Anche le coppie omosessuali contribuiscono alla crescita della natalità. Come si comporterà verso questi bambini?
«Ah, per carità, verso i bambini non ci sarà mai nessun tipo di discriminazione. Quando verranno presi provvedimenti in favore dell’infanzia saranno estesi a tutti i bambini, indistintamente e indipendentemente dai genitori».
Lei però è il ministro della Famiglia, non il ministro dei bambini. Come pensa di comportarsi nei confronti delle famiglie arcobaleno?
«Perché esistono le famiglie arcobaleno?».
Si, esistono e sono tante in Italia...
«Ma per la legge non esistono in questo momento».