La Gazzetta dello Sport, 1 giugno 2018
Ecco perché Zidane ha lasciato il Real
Ieri Zidane ha parlato con sincerità e senza nascondersi più di tanto. Solo su una cosa ha deciso di restare ermetico, chiedendo scusa al collega che gli aveva formulato la domanda: sul quando e il perché ha deciso di mollare il Madrid. Ed è li che bisogna andare a scavare per cercare di capire l’origine di una decisione che nessuno si aspettava. E che invece, per ammissione di Zidane, è stata meditata. Ci sono due aspetti rilevanti, un doppio binario che ha portato Zizou al capolinea. La relazione con Perez e quella coi giocatori. Sulla prima ieri l’ex tecnico del Real non ha detto una parola.
ENFASI SULLA LIGA Sulla seconda si è soffermato un po’ di più, dando qualche indizio: ha detto che il momento più bello di questi 2 anni e mezzo è stata la vittoria in Liga e il più brutto l’eliminazione in gennaio in Copa del Rey, k.o. in casa col Leganes. Zidane nei mesi scorsi ha più volte sottolineato come la Liga fosse il torneo per lui più importante, e quest’anno è stato chiaro che i giocatori del Madrid al campionato spagnolo fossero interessati in maniera molto relativa. Quando Zidane dice di avere l’impressione che sarà difficile vincere ancora, forse pensa proprio alla Liga.
LE SUE IDEE In ambito presidenziale, il discorso è più complesso. Zidane è arrivato al Real Madrid sorridendo, ma piano piano ha imposto le sue idee. Iniziando con Casemiro: fisso con Benitez ma poco gradito ai piani alti della Casa Blanca. Zizou nel primo mese lo lasciò fuori, poi perse il derby e da lì Casemiro ha giocato sempre. Poi è stata la volta della BBC. Lo scorso anno gli infortuni di Bale hanno aperto la strada a Zidane per il fruttifero passaggio al 4-3-1-2 con Isco dietro a Ronaldo e Benzema. Quest’anno la BBC in Champions non ha giocato insieme nemmeno un minuto, fino all’ultima mezzora della finale. Anche se i 3 stavano tutti bene.
COME CON CARLO E quando Perez si è reso conto dell’indipendenza di Zidane ha iniziato a criticarlo usando gli stessi argomenti che lo animavano contro Ancelotti: troppo vicino ai giocatori, mano «blanda», e via dicendo. Il tutto dopo lo scontro sul portiere: Perez in gennaio aveva chiuso con Kepa Arrizabalaga dell’Athletic e Zidane si è opposto all’acquisto, deciso a proteggere Keylor Navas, che a Perez non piace ma che intanto ha alzato tre Champions. Le critiche del presidente al suo allenatore sono continuate in primavera, e sono arrivate fino a Kiev. Non possiamo escludere che una sconfitta col Liverpool avrebbe potuto portare al licenziamento di Zidane.
ROSA BLOCCATA Martedì poi è apparso un sinistro titolo di Marca, in prima: «Zidane, li vuoi?», con foto di Alisson, Gimenez, Mariano e Odriozola. Come dire: possiamo prenderli, ma dipende da te. Insinuazione al fatto che Zizou ha sempre protetto la rosa con la quale ha vinto 9 trofei su 13, frustrando in questo modo la volontà spendacciona del suo presidente. Ieri a Valdebebas un impiegato ha soffiato a mezza bocca: «Questa è la vendetta di Zidane». Che magari si è stancato delle critiche che gli arrivavano via eco, e che di fronte a un’estate piena d’incertezze interne, i casi Ronaldo e Bale su tutti, e ansie galattiche presidenziali ha preferito salutare tutti.