Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  giugno 01 Venerdì calendario

Zidane ha visto dove nessuno voleva guardare

Zidane ha visto dove nessuno di noi ha mai nemmeno voluto guardare. Anche il suo Real non era più perfetto. Era arrivato secondo nel girone di Champions, aveva rischiato moltissimo con il Psg agli ottavi, rimediato tre gol in casa dalla Juve ai quarti con arbitro insensibile, sfiorato l’eliminazione con il Bayern, finendo terzo in campionato, lontanissimo dal Barcellona. Le grandi rimonte in Champions per cui ci siamo entusiasmati, quelle che a noi sembravano l’oro dell’indicibile, per quelli del tipo Zidane erano tutti segnali chiari, era materia che si sconnetteva, una visione aperta sull’errore. Gli sbalzi di risultato sono l’opposto dell’equilibrio e il calcio o è equilibrio o non è niente. Zidane ha visto molti errori quest’anno e credo abbia anche capito che molti erano sul suo conto personale. Dopo anni e successi la squadra si guardava con gli occhi degli altri, non con quelli del suo allenatore. Si dava del tu, si amava molto, si rispettava meno. Aveva bisogno di un cambio, come ha detto ieri Zidane. Solo che ora è tutto il mondo Real che sta cambiando. Se ne va Cristiano Ronaldo e lo dice al mondo la notte in cui ha vinto la Coppa, nemmeno Mourinho fu così tranciante, riuscì solo a dimostrarlo fuggendo sulla limousine di Florentino Perez. Bale è diventato capriccioso, molti fanno finta di voler andar via, tutti hanno una loro mosca sul cuore. Con molto coraggio, ma anche con la mancanza di volgarità che gli è riconosciuta, Zidane ha voluto essere il primo a fare spazio. Spero sia una decisione sincera, che non ci sia un’altra squadra dietro in cui arrivare fra dieci giorni. Spero sia davvero calcio perché questo davvero il Real è stato quest’anno: un calcio bello e un po’ grasso, un balletto lussuoso di poco significato. Un congresso di esibizionisti, i migliori del mondo, ma già visti, meno divertenti. Si dirà, ma il Real ha vinto molto anche quest’anno. Sì, ma vincere è necessario fino al dolore per chi non ci riesce mai. Chi ci riesce sempre va per il sottile, distingue anche i colori del successo, i suoi toni, le sfumature. I colori del Real si erano fatti pallidi. Essersene accorto per primo, forse da unico, è la miglior conferma che Zidane è forse davvero un grande tecnico.