La Stampa, 1 giugno 2018
Mal: «Amori, canzoni, cavalli grandi successi e piccoli reati. Confesso, mi sono divertito»
È da 41 anni che quella canzone mi perseguita! Furia cavallo del West la odio e la amo. I 45 giri si vendettero a milioni, ma io ho guadagnato pochissimo. I fratelli De Angelis (autori della musica, le parole erano di Luigi Albertelli, ndr) mi riconobbero solo l’1%... Tuttavia, se non l’avessi cantata, dove sarei adesso?».
Per Mal dei Primitives, come lo conosciamo in Italia, Paul Bradley Couling come è registrato all’anagrafe, quella canzone fu un’autentica «sliding door». Dopo Furia, sarebbe dovuto andare in gara al Festival di Sanremo 1977 con la canzone Bella da morire. Ma il successo di quella sigla (la prima a finire in testa alle classifiche) spinse i discografici ad abbandonare l’idea di Sanremo e a fargli cantare altre canzoni per bambini; Bella da morire fu affidata agli Homo Sapiens che, scherzo del destino, alla fine vinsero il Festival. «Certo, con quel pezzo lo avrei vinto anche io – dice senza esitazioni – ma Furia la conoscono anche i Millennials... Sugli Homo Sapiens e Bella da morire ho qualche dubbio».Incontriamo Mal in Cornovaglia perché l’artista, che non ha mai smesso di cantare e fare serate, è di nuovo alle prese con una sigla tv e ancora una volta il protagonista è un cavallo. L’ufficio stampa di Super!, canale tv per ragazzi della DeAgostini, ci ha invitato sulle spiagge di questo bellissimo lembo di Inghilterra poiché da domani, con un anteprima alle 8,20 del mattino e dal lunedì al venerdì alla stessa ora, trasmetterà la serie Spirit, ispirata al famoso film della Dreamworks Spirit cavallo selvaggio. La canzone che darà il via a ogni puntata è cantata da Mal in duetto con Thomas, il diciottenne che si è fatto conoscere ad Amici. Mal, ancora una volta c’è un cavallo sulla sua strada.«Ho avuto una vita scandita dalla presenza dei cavalli: l’architetto che arredò la mia prima casa piazzò la scultura di un grande cavallo bianco su un armadietto del salotto. Un segno del destino, di lì a poco arrivò Furia. Ora canto per un cavallo a cartoni animati che ha il nome di una delle mie band degli esordi».Sul serio?«Certo. Prima dei Primitives, debuttai come cantante con i Meteors; poi firmai un contratto con la Decca e divenni il cantante degli Spirits. Avevamo sedici anni, indossavamo giacche di lamé e pettinavamo i capelli con l’acconciatura a banana tipica dei rockabilly. Guardi qui, ho la foto memorizzata nel telefonino». È per questo che quando le hanno proposto la sigla di «Spirit» ha accettato al volo?«Sì, credo molto nei segni del destino».Un destino che ha preso la piega giusta con i Primitives.«Arrivammo in Italia nel 1966, ci chiamò Alberigo Crocetta, patron del Piper. Gli aveva parlato di noi Gianni Boncompagni. Ora posso raccontarlo: il viaggio in macchina dall’Inghilterra a Roma fu assolutamente illegale».In che senso?«Avevamo poche sterline e pochissime lire, decidemmo di muoverci di notte: così potevamo rubare la benzina dalle auto parcheggiate lungo il tragitto o nelle piazzole di sosta. Aprivamo i tappi dei serbatoi e con un tubo succhiavamo il necessario per andare avanti. Arrivammo a Roma così».Erano gli Anni 60, reato prescritto. E poi con i Primitives diventò subito un sex symbol.«Erano anni divertenti, ci interessava solo cantare, suonare, divertirci e andare con le ragazze. Le confesso che a 74 anni, con tutte le marachelle che ho fatto, se suonasse un perfetto sconosciuto alla porta e mi dicesse: sono tuo figlio, non penserei a un pazzo. Prima di tutto cercherei di capire se mi assomiglia».Accidenti. Per tanti anni ha vissuto a Roma, poi si è spostato a Pordenone.«Ho messo la testa a posto, ho sposato Renata e sono nati Kevin nel ’98 e Karen Art nel 2001. A Roma per me è diventato impossibile vivere, troppa confusione. Ho avuto qualche problema di salute, soffro di acufene, ho bisogno di tranquillità».Così è diventato un bravo giocatore di golf.«E ho creato l’Associazione italiana musicisti cantanti golfisti della quale sono il Presidente. Alla fine delle gare che organizziamo canto per tutti. Sa com’è, di cantare non posso farne a meno».