la Repubblica, 1 giugno 2018
Intervista a Cottarelli: «Che sollievo, ho temuto che toccasse a me. Il vero rischio ora è il deficit»
Alle 19.45 la macchina grigia con a bordo Carlo Cottarelli, che ha appena rimesso l’incarico, lascia il piazzale del Quirinale. E a bordo il mancato premier, prigioniero per 5 giorni di un intreccio di veti, e crolli di borsa tira un sospiro di sollievo. «Torno alla mia attività è il primo sfogo a caldo -. E magari anche a riposare. Ho potuto dormire poco».
Cottarelli, un incarico tormentato. Rimpianti?
«Nessuno, sono un servitore dello Stato. Un governo politico è la migliore soluzione per l’Italia, evita il rischio di nuove elezioni».
La prospettiva di un governo tecnico forse ha portato al governo politico. Cottarelli usato come lepre per ottenere l’obiettivo?
«Si, è probabile che le cose si siano mosse in questa direzione. Un governo tecnico per l’Italia era l’ultima ratio. Senza legittimazione elettorale non avrebbe avuto vita facile, né in casa né fuori».
Ora governa chi ha avuto la maggioranza dei voti.
«È giusto e legittimo, la democrazia ha le sue regole e debbono essere rispettate. I partiti che daranno vita al nuovo esecutivo sono quelli sui quali si è concentrata la maggior parte dei voti. E andranno giudicati per quello che faranno».
Lo spread ha già preso il volo.
«E abbiamo anche perso soldi per il rialzo dei tassi di interesse…».
Un governo tecnico avrebbe dato più garanzie all’Europa?
«Un governo politico è la miglior garanzia di stabilità. Per quanto riguarda invece l’atteggiamento nei confronti dell’Europa bisogna fare una distinzione».
Quale?
«Da un punto di vista formale non ho visto, nel contratto di programma tra Lega e 5Stelle, niente che possa esplicitamente riferirsi ad un addio all’euro, il tema che più ha allarmato glio sservatori. E questa è senza dubbio una cosa positiva, che dovrebbe darci tranquillità. Però vedo dai loro programmi che tutto pende verso un aumento del deficit, che si traduce ovviamente in un aumento del debito. E questo mette a rischio i conti pubblici e ci allontana dall’Europa e dalle regole che abbiamo sottoscritto».
Quindi un allarme c’è?
«Dipenderà dagli obiettivi che ci si pone. Se si discute di come rendere l’Europa meno rigida sono d’accordo. Sul resto, sono contrario».
Le hanno offerto un posto nel nuovo esecutivo?
«No, e anche se lo avessero fatto non lo avrei accettato».
Ha avuto contatti frequenti con Di Maio e Salvini?
«Con Di Maio più frequenti, con Salvini solo oggi».
E che impressione ha avuto?
«Due persone concrete. I colloqui che ho avuto sono stati molto utili».
Qual’è stato il momento più difficile in questi 5 giorni?
«Due giorni fa, quando sembrava che ogni tentativo di far convergere le volontà dei partiti verso un governo politico fossero svanite. Ho pensato: accidenti, Adesso mi tocca davvero».